BAR ZILLO - Conte e Marotta resteranno. In caso contrario, forse, inizierò a preoccuparmi
Insomma, alla fine i soldi arrivano. Anzi, quando leggerete saranno già arrivati o, male che vada, in viaggio. Ora, ricapitolando: l’Inter non diventa ricca tutto di un botto, anzi. Ma i soldi che Oaktree finanzierà alla Società nerazzurra di proprietà Suning, 275 milioni di euro alla fine della fiera, corrispondenti spannometricamente a 336 milioni di dollari, copriranno i debiti e regaleranno ossigeno alle casse di Viale della Liberazione. Io non mi lancio in proclami su ciò che sarà, non faccio l’economista e nemmeno gli economisti, senza aver letto il contratto in tutti i suoi minuscoli cavilli, possono avere certezze. Sta di fatto che l’Inter ricomincia con maggior tranquillità il suo percorso. Attenzione, i soldi come vengono prestati così vanno restituiti ma, per la precisione, io appartengo al partito del male che vada finiamo nelle mani di gente che muove 600 miliardi di dollari. Non faccio il paragone con altri fondi già presenti in Italia, non è casa mia e nemmeno mi interessa. Ma Brookfield Asset Management, la proprietaria di Oaktree, muove questo numero di miliardi. Seicento, per ripetermi.
Cosa capiterà invece a livello sportivo? Argomento che solletica maggiormente rispetto al quanto prendiamo, quanti siamo, dove andiamo, il solito fiorino. È un dato di fatto, il presidente Steven Zhang dovrà incontrare Antonio Conte e non solo: col tecnico, infatti, saranno schierati i dirigenti al completo, da Marotta ad Antonello passando per Ausilio e tutti gli altri. Non è un problema di sfiducia, cominciamo a mettere bene i puntini sulle i che poi si travisa di tutto di più e si estrapolano due parole su cui costruire un mondo parallelo. Però l’Inter, è innegabile, ha dovuto attraversare un anno orribile, con Marotta solo sul ponte di comando e gli altri ufficiali attenti a ogni particolare, mentre Antonio Conte e il suo staff chiamavano a raccolta l’equipaggio per l’impresa delle imprese, soprattutto dopo la brutta figura europea che avrebbe spaccato in due molti spogliatoi: non questo. Proprio per l’esperienza appena superata il giovane Steven dovrà mediare e convincere, come diciamo da tempo, i suoi collaboratori a rimanergli al fianco perché, parole di Jindong, siamo solo all’inizio del viaggio. Non ci sarà, lo abbiamo già scritto ma ci piace ripeterlo, una sorta di sfida all’O.K. Corral né, tantomeno, una scelta vendicativa nei confronti della proprietà. Molto semplicemente Marotta e Conte, insieme agli altri, vogliono un club vincente. E non ci sarà, stile Villa Bellini, un incontro singolo: casomai, è un’impressione sia chiaro, una serie di appuntamenti nei quali definire il futuro sportivo dell’Inter. La mia idea è che, alla fine, tutti resteranno: in caso contrario, forse, inizierò a preoccuparmi.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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