Campanelli e campanacci dopo l'1-0 allo Young Boys. E quali sono i piani di Oaktree?
L'Inter ha dei limiti strutturali. Inutile girarci intorno. Da mesi, forse una stagione intera, il campanello d'allarme è iniziato a suonare: in pochissimi vanno in giro con la scritta "The End is Near", ma tra catastrofisti e tuttapposter ci sarebbe una bella via di mezzo. L'1-0 contro lo Young Boys non può e non deve essere interpretato come un piccolo inciampo, anzi: l'Inter non può soffrire così tanto nemmeno quando gioca tante partite. O meglio, avrebbe potuto soffrire meno con un'organizzazione differente.
Due i dubbi, a partire dalla continuità che può dare questa società. Oaktree si è trovata l'Inter in pegno (va bene i messaggi d'amore di Zhang e i traguardi ottenuti, ma a livello economico si poteva optare e sperare in una situazione diversa) e non ha ancora dato un segnale ben preciso su quale saranno i piani futuri. Quel che è certo è che Oaktree rimane un fondo d'investimento e in fondi investono per poi guadagnare e rinvendere, altrimenti che guadagno sarebbe? E l'Inter, come ribadito più volte, non può e non deve campare alla giornata, ma programmare il futuro e dominare nel calcio italiano ed internazionale.
Il secondo punto interrogativo? La gestione delle forze. Spesso Simone Inzaghi è stato elogiato per come ha gestito la rosa lungo l'arco della stagione, ma il calcio professato fa sprecare energie e difficilmente si ha la possibilità, in questo modo, di competere su più fronti fino alla fine. Forse l'ultimo limite da superare di Inzaghi riguarda proprio la gestione dei cambi, spesso chiamati dai cartellini e a volte studiati sistematicamente a tavolino. La fiducia c'è e non manca, soprattutto dopo la vittoria, ma l'Inter di quest'anno convince poco. Poi a fine stagione si tireranno le somme e sarei felice di essere sbugiardato dal campo, ma il tempo resistituisce comunque tutto. Ma meglio evitare i fastidiosissimi "ve l'avevo detto": inutile volere una squadra pronta e poi sbraitare come vecchi campanacci quando le cose non vanno bene, guardando altrove e chiedendo programmazione. Serve equilibrio, sempre. Ma soprattutto serve analizzare i fatti e non le supposizioni e le idee, altrimenti vale tutto. E niente.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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