Josep Martinez e il segreto della sua carriera: "La determinazione conta più del talento"
L'Inter chiude la porta e scopre il suo nuovo guardiano. Josep Martnez è uno dei volti nuovi della squadra di Simone Inzaghi. Un portiere giovane e di personalità che in questa stagione si alternerà con Yann Sommer per difendere i pali del Biscione. Personalità e reattività sono alcune delle doti dell'ex giocatore del Genoa che ha raccontato molto di sè e della sua carriera nell'ultimo episodio di "Welcome Home", format di Betsson Sport dedicato ai nuovi acquisti dell'Inter.
Il padre gli ha trasmesso l'amore per il calcio a cinque anni e sono i suoi ricordi di bambino che svelano i suoi riferimenti nel ruolo: "Sicuramente Canizares, portiere del Valencia, mitico. Poi quando sono stato più grande Casillas. È un riferimento per me e un mito". Il percorso per emergere è stato lungo e ci sono stati alcuni momenti chiave per la sua crescita: "La mia esperienza al Barcellona? Giocavo nella mia cittadella, avevo circa 17 anni, e mi hanno chiamato lì per fare una prova. Sono stati due anni in cui ho imparato tantissimo, non solo nel calcio ma anche per i valori che ho imparato lì. Credo sia stato lo step più grande della mia carriera".
Un percorso in salita dove conta la determinazione conta di più perchè "il talento può farti arrivare, ma per rimanere lì devi avere quella disciplina. Ho visto tanti giocatori arrivare in quella posizione, ma non avendo la determinazione di non perderla. Nel calcio se abbassi l'attenzione, ti superano: nel calcio è molto importante la disciplina". In queste prime uscite in nerazzurro Martinez si è mostrato abile e disinvolto nella costruzione da dietro, senza nessuna difficoltà nel gestire il palleggio arretrato. "Ho avuto fortuna di giocare in club in cui il ruolo del portiere moderno era principale e questo mi ha fatto crescere anno dopo anno".
"A Las Palmas a 20 anni quando ho iniziato a giocare in prima squadra e sembrava fossi il nuovo Casillas per la Spagna. Tutto andava bene, poi ho avuto un infortunio che mi ha tenuto fuori per mesi. Questa cosa mi ha fatto impare che non è sempre buono ciò che dicono da fuori e devi sempre stare sulla tua strada senza sentire ‘i rumori’ che provengono da fuori". Testa bassa e orecchie tappate per non farsi distrarre dall'esterno. Pesa di piùinvece il rapporto tra compagni nello spogliatoio: "Il calcio è uno sport speciale: se hai una brutto giorno sai di avere dei compagni che ti possono aiutare a crescere e che contribuiscono anche al tuo miglioramento. Questi sono valori veramente importanti, non solo per lo sport ma anche per la vita”. Martinez sembra avere le idee chiare e non ci sarebbe da stupirsi se quel posto da secondo di Sommer si trasformasse in una maglia da titolare.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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