Le due squadre dell’Inter. E il rispetto sportivo

Abbiamo scoperto, qualche settimana fa, che la Società Effecì Internazionale Milano non ha una squadra di calcio. No. Ne ha due. No, anzi. Ne ha due e mezzo. Ora, capisco perfettamente l’arte dello scaricabarile, soprattutto calcistico, ma raccontare di opinioni proprie vendendole per certezze quello no, facciamo i bravi. Tutto nasce da un’affermazione, nemmeno così lontana dal mondo, fatta da Marotta: il Napoli, riportiamo a spanne, è la squadra favorita al successo finale perché può preparare gli impegni del fine settimana senza incappare nelle manifestazioni europee che costellano, ormai, i calendari del vecchio continente. E che cosa c’è di male a pensarlo? È un fatto oggettivo la mancanza di perlomeno una dozzina di partite sulla stagione azzurra rispetto a quello nerazzurra. Dove sta l’errore? Avesse espresso chissà quale delirio, il Presidente. Però Conte non ci sta e, rispondendo, racconta di Inter e delle due squadre e mezzo che vivrebbero ad Appiano Gentile. Ora, che la rosa dell’Inter sia forte non lo racconto io ma il palmarès delle ultime stagioni. Poi, sulle due rose e mezzo avrei da obiettare più di qualcosa. L’Inter ha 18/19 ottimi calciatori, senza infortuni: scelte oculate compiute nelle ultime sessioni di mercato, spendendo lo stretto necessario, a volte manco quello.

Capitolo sportività vera o presunta. Beh, a me questo ritornello che di tanto in tanto ritorna, fastidiosamente, nei discorsi pallonari italioti, non interessa né accende. Lo trovo stantio e poco aderente alla realtà. Non ho giocato a calcio ad alti livelli, se per quello nemmeno a medi o bassi, oserei dire bassissimi ma, in compenso, se il mio avversario avesse cominciato una melina irritante o, solo davanti al portiere, fosse tornato indietro per non infierire beh, mi sarei incazzato ancor più che non perdere sei a zero una partita, sentendomi offeso e preso in giro.

Per chiosare: due squadre l’Inter non le ha e il fermarsi, nello sport, lo trovo offensivo e umiliante.

Poi ciascuno le cose le vede secondo il suo modo di ragionare o pensare, sia chiaro.

Alla prossima.