Gestione e difesa da horror. L'Inter butta la Supercoppa, Inzaghi: "Sono il primo a dover imparare"

Gestione e difesa da horror. L'Inter butta la Supercoppa, Inzaghi: "Sono il primo a dover imparare"TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 01:00I fatti del giorno
di Bruno Cadelli

L'Inter piomba di nuovo nel suo incubo peggiore. La squadra di Simone Inzaghi butta una Supercopa Italiana che stava già prendendo il volo da Ryiad a Milano, con destinazione finale la bacheca nella sede di Viale della Liberazione. Sono bastati pochi attimi per cambiare il bigliettto del volo e impacchettare il trofeo sull'altra sponda del navilgio, nella bacheca di un Milan che non ha mai smesso di crederci. Merito di Sergio Conceicao, il nuovo tecnico rossonero capace in otto giorni di dare anima ad una squadra dal volto emaciato e stanco. Grandi demeriti anche dell'Inter e di Simone Inzaghi, incapaci di leggere un match che stava prendendo i binari del Biscione.

Ci sono alcune verità che non posso trasformarsi in giustificazioni. Una su tutte: il fallo su Asllani nell'azione che porta alla punizione di vincente di Theo Hernandez. Il contatto c'è, Sozza commette ma Sommer è ancor più disastroso spalancando le porte alla rimonta rossonera. Terribile anche il viaggio nella terra di nessuno da cui nasce il gol vittoria di Tammy Abraham. Davanti a lui poi una difesa impaurita dinanzi ad un Leao formato scudetto 2022, un uomo solo in grado di spaccare in due una retroguardia stanca e superficiale. Nemmeno Bastoni si salva. Bisseck ancora peggio.

Si è visto lo stesso film di Inter-Juventus con la squadra nerazzurra incapace di sporcare la partita avanti di due gol. Eppure i nerazzurri sono la squadra con l'età media più alta e la formazione che vanta più esperienza in finali o gare secche. Tutto questo invece si sbriciola alla minima difficoltà. L'Inter si è persa anche perchè Inzaghi non ha letto alla grande la partita quando l'ingresso di Leao ha sparigliato le carte sul tavolo: "Sono il primo a dover imparare" ha ammesso a Sport Mediaset il tecnico dell'Inter. La vittoria non si ottiene per diritto divino ed è dovuta volare fino in Arabia Saudita per imparare una nuova durissima lezione.