Spalletti messo alla berlina dopo i mezzi miracoli compiuti in carriera: il mondo sottosopra
Che destino infame quello di Luciano Spalletti. Allenatore di primissima fascia che ha compiuto mezzi miracoli ovunque è stato, con squadre non adeguate all'obiettivo richiesto, sempre messo alla berlina perché i giornali e i vari opinionisti (molti dei quali, ha ricordato Roberto Baggio, "non facevano nemmeno due palleggi e ora parlano degli altri") pretendevano un solo risultato: vincere lo scudetto.
È stato così alla Roma, poi all'Inter e ora al Napoli. Ma davvero, tra tutti coloro i quali ora si permettono di pontificare sul lavoro di Spalletti in Campania, c'era qualcuno che pensava che gli azzurri potessero vincere il tricolore? E perché l'eventuale fiducia che potesse accadere (d'altronde anche il Leicester ha vinto una Premier...) si è trasformata in obbligo per l'allenatore di Certaldo?
Uomini forti, destini forti, ripete spesso Luciano. Lui, uomo forte, si ritrova a dover gestire un destino che altri scelgono per lui. Nonostante gli obiettivi stagionali li abbia (quasi) sempre portati a casa. All'Inter, per intenderci, tutti ricordano la querelle con Icardi, i problemi dello spogliatoio, la gestione di un club che pareva essersi smarrito. Tutto finito con l'arrivo di Conte, che giocato con la rosa che aveva chiesto. A Spalletti quanti ne avevano comprati dopo le promesse di quell'estate del 2017? Uomini forti, destini forti. Sono la memoria e l'onestà intellettuale ad essere deboli...
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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