Partita scivolosa, vietato distrarsi

Non facciamo l’errore di pensare al turno favorevole che magari stasera ci troviamo con più degli attuali tre punticini di vantaggio, dote importantissima da gestire in un mese di aprile senza un attimo di respiro mentre le dirette avversarie di attimi, per rifiatare, ne avranno quanti ne vorranno, senza impegni infrasettimanali di sorta a ostacolarne il cammino da qui alla fine di maggio. L’Udinese non è avversaria agevole: il cammino dei friulani, prima dell’ultimo, inatteso capitombolo interno con l’Hellas Verona, parlava di quattro vittorie e due pareggi, entrambi per uno a uno, entrambi fuori casa, con Napoli e Lazio, mica pizza e fichi. Giocando, tra l’altro, un calcio vivo, fisico ma razionale, aggressivo ma mai eccessivo, poco conservativo, improntato su riconquista palla e verticalizzazione immediata. Grande merito della stagione sorprendente per molti aspetti va al tecnico bianconero Kosta Runjaic, tedesco nato a Vienna, pescato dai Pozzo in Polonia dove ha guidato per un biennio il Legia Varsavia vincendo una coppa e una supercoppa polacche: l’Udinese attuale è gruppo forte, coeso, senza patemi d’animo in una classifica che la vede posizionata nel lato sinistro, in quella zona tranquilla che può permetterle di scendere in campo serenamente, per giocare a pallone. Un mix pericolosissimo che i nostri eroi dovranno essere bravi a battere, disinnescando i punti di forza avversari senza farsi prendere dall’ansia o dalla fretta di chiudere presto la pratica: basta un gol, e questo gol può arrivare anche verso la fine della partita, non sta scritto da nessuna parte che sia necessario segnare immediatamente. Anzi, a ben vedere, proprio la partenza a razzo col Monza ci aveva illusi presentandoci una serata tranquilla e rilassata: è andata bene, vero. Così come è vero che il secondo tempo, in quella circostanza, fu praticamente un monologo nerazzurro. Ma di tranquillo e rilassato, a memoria, non ricordo davvero nulla.
Oltre alla pericolosità avversaria - non commettiamo l’enorme sbaglio di pensare che, siccome siamo l’Inter, siccome in questo momento storico siamo nell’élite del calcio europeo alla facciaccia di chi ci vuole male, avrebbe detto Totò, il successo arrivi per grazia ricevuta, in questo campionato di grazie non ce ne sono e, le volte in cui ci siamo bullati di essere più forti, perché è successo, non raccontiamoci balle cortesemente beh, quelle volte abbiamo pagato pegno, senza stare a elencare le partite in questione – oltre la pericolosità avversaria, dicevamo, ci sono un paio di fattori da non sottovalutare minimamente. Il primo: si rientra dalle rispettive nazionali dopo l’ennesima, inutile sosta dovuta alla fantasmagorica avventura della Nations League e alle qualificazioni mondiali negli altri continenti, sarebbe esercizio troppo facile cercare di accorpare gli impegni delle Nazionali in un paio di mesi l’anno in modo tale da evitare interruzioni poco utili allo svolgimento dei campionati. Il secondo: l’Inter ha tre pedine fondamentali nello scacchiere inzaghiano ferme ai box. E, gli eventuali rientri, dovranno essere gestiti con intelligenza onde evitare rovinose ricadute non auspicabili, grazie.
Insomma, diciamocelo pure senza timore di essere smentiti: Inter-Udinese sarà partita scivolosa, da maneggiare con cura, attenti e concentrati, senza quei cali di tensione che di tanto in tanto hanno caratterizzato il nostro percorso durante questa stagione. Che, lo scrivo con orgoglio, per noi comincia adesso a entrare nel vivo.
Avanti l’Effecì.

Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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