Lukaku e Ronaldo, da re a giullari di Corte: scappati come ladri da tifosi che li osannavano
È brutto dirlo, ma Lukaku e Ronaldo sono scappati rispettivamente da Milano e da Torino come dei ladri (di nascosto, in silenzio, quasi di fretta) dopo essere stati trattati, osannati e considerati come re dalle proprie tifoserie. Un epilogo che, al netto delle ambizioni personali e professionali, non si meritava nessuna delle due, che ora hanno tutto il diritto di sentirsi prese in giro da giganti che si sono rivelati grandi solo in campo e piccoli nella vita vera.
Un messaggio, un commento, una dichiarazione. Bastava qualsiasi cosa che andasse a spiegare il perché di una scelta che certamente sarebbe stata discussa (come lo è stata per Lukaku e come lo è per Ronaldo) ma che riservasse quel minimo di rispetto e gratificazione verso chi non ha mai fatto mancare il proprio supporto e il proprio affetto.
L'impressione, calcisticamente parlando, è che l'Italia sia tornata ad essere terra di conquiste dopo un breve periodo da conquistatrice. Gli approdi nel Belpaese di CR7 e BigRom avevano fatto sperare ancora una volta i tifosi che la rinascita del campionato fosse dietro l'angolo. Che non solo i denari ma anche l'appeal fosse in aumento. Invece, complice certamente anche la pandemia, ma non solo, i campioni sono arrivati e scappati nel giro di massimo tre anni. Lukaku andrà a guadagnare di più nella squadra campione d'Europa, Ronaldo di meno nella vice campione. E in tutto ciò, tra parole arrivate in ritardo e quelle non ancora giunte, i tifosi restano in balìa di un sogno spezzato senza alcuna spiegazione. Un comportamento da giullari più che da re.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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