I pro e contro di Simone Inzaghi all'Inter

I pro e contro di Simone Inzaghi all'InterTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 28 maggio 2021, 13:52Corsivo
di Lapo De Carlo

L’annuncio dell’accordo trovato con Simone Inzaghi, appena poche ore dopo aver visto partire Antonio Conte, ha portato la maggior parte dei tifosi ad accogliere il nuovo tecnico con delusione. Uno sconforto nato anche per una serie di indiscrezioni che hanno costantemente illuso e poi demoralizzato tutti.
Mercoledì l’addio dirompente e inatteso del tecnico campione d’Italia, giovedì una minima illusione di poter prendere Allegri, poi la doccia fredda, qualche ora di stallo nel quale si sono inseriti i nomi di Sarri, Mihajlovic e persino Cambiasso e nel tardo pomeriggio il colpo di scena di Inzaghi, che sembrava aver accettato di restare a Roma.
In tanti anni ci sono stati allenatori che hanno riscosso grane consenso fin dall’annuncio e altri che avevano lasciato tiepida la piazza. Questa volta somiglia al dopo Mourinho, quando venne annunciato il nome di Benitez e il nome venne accolto senza grande entusiasmo. Quello che aveva fatto il portoghese in due anni era inarrivabile, se non ricorrendo al passato con Herrera, chiunque fosse arrivato non avrebbe eguagliato il suo fascino e il carisma.
Rafa era però un nome di prima fascia, aveva già vinto molto, compresa la Champions battendo il Milan e tutto sommato sembrava si fosse caduti in piedi.
La sua breve storia in nerazzurro dirà tutto il contrario.
Qui la situazione è diversa perché l’addio di Conte porta con sé altre implicazioni che inquietano gli animi, viene data per scontata la cessione di uno o addirittura due giocatori importanti e, al netto delle belle intenzioni a parole, nei fatti nessuno fa il gesto di togliersi qualcosa dal lauto compenso, dunque senza poter abbassare il monte stipendi l’Inter cederà un Hakimi o un Lautaro.
Simone Inzaghi invece porta vantaggi e svantaggi:
Prima di tutto pratica lo stesso modulo che Conte nel primo anno e all’inizio del secondo ha faticato ad imporre alla squadra, quel 3 5 2 verso il quale i giocatori attualmente in rosa sono decisamente più convinti.
Si tratta di un tecnico giovane che ha già esperienza internazionale e ha riportato la Lazio in Champions dopo 13 anni (Pioli nel 2015 era arrivato ai preliminari ma aveva perso nella sfida contro il Bayer Leverkusen per l’accesso ai gironi).
In questi anni ha sempre fatto giocare bene la squadra e in quest’ultima stagione è riuscito a passare il turno in Champions battendo in casa il Borussia Dortmund, pareggiando in Germania ed eliminando Zenith e Bruges.
Il suo carattere è mansueto, anche se talvolta accorato, in grado di reggere la personalità di Lotito e trasmettere le sue idee a giocatori di qualità ed esperienza come Milinkovic Savic, Lucas Leiva, Immobile e Luis Alberto.


Di contro Inzaghi ha una sola esperienza come allenatore, in un unico club e non ha mai lottato per vincere lo scudetto, se non per un breve periodo nella scorsa stagione.
Nel corso dell’anno tocca vertici di assoluto livello poi si spegne. In questo Campionato ad esempio dopo la partita con l’Inter, l’anno prima dopo aver perso male col Milan, dove infila altre tre sconfitte e un pareggio che chiudono i giochi.
Inzaghi, per quanto bravo e preparato non è abituato alla tensione e allo stress che gli darà la stampa, la quale verso l’Inter è sempre poco benevola e una tifoseria che gli starà addosso.  Tutti i tecnici, compreso Conte, hanno sottolineato lo stress che altrove non avevano mai trovato, una pressione che in questi anni ha bruciato decine di bravi tecnici che avevano anche tanta esperienza.
Il nuovo allenatore non ha grande carisma, ha una comunicazione organica al club ma senza dirompenza e all’Inter storicamente tipologie di allenatori del genere non vincono mai.
Gli allenatori che portano successi in nerazzurro sono stati negli ultimi 60 anni Herrera, Trapattoni, Mancini, Mourinho e Conte. Tutta gente con una personalità o uno status di alto livello.
Le eccezioni sono quelle di Bersellini (che ha avuto l’unico progetto fatto con giovani della recente storia nerazzurra) e Simoni.
Inzaghi è un allenatore che può far giocare bene la squadra ed è capace di entusiasmare con partite che restano impresse ma sulla lunga distanza non ha mai dimostrato di avere quella qualità di tenere sulla corda la squadra fino alla fine e questo è probabile diventi il vero elemento discriminante, specie dopo che i giocatori si sono abituati ad un certo livello di tensione con Conte.
Se il nuovo corso, fatto di rinunce e attenzione ai costi è iniziato, vedremo se la società sarà in grado di sostenere questa modalità, riuscendo ad essere comunque competitiva.
La storia è fatta per essere cambiata.
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport