Dopo il Sassuolo, il Bologna: due incidenti simili sulla Via Emilia. Che servano da lezione
Due indizi non fanno una prova, ma sono più che sufficienti a ricavare una lettura piuttosto esaustiva dei vecchi difetti dell'Inter di Inzaghi. Oggi si è riproposto il copione dell'unica sconfitta stagionale, quella con il Sassuolo: avvio autorevole - i gol questa volta sono stati due, non uno solo -, poi un lento sfilacciamento sconfinato in un inseguimento affannoso.
Il tema è evidentemente di energie, mentali o fisiche che siano. Con i neroverdi si giocava in infrasettimanale, oggi la squadra era reduce dalle fatiche di coppa contro il Benfica. Ecco, la sorpresa che ha scandito la lettura delle formazioni non era evidentemente così infondata. Inzaghi ha riproposto per intero l'undici che ha affrontato i lusitani: quasi un unicum, nello schema di rotazioni al quale ha abituato il tecnico nerazzurro. Che oggi ha pagato pegno: si puntava sull'ultima 'fatica' prima della sosta, ma il rabbocco di forze dopo il pareggio emiliano è stato tardivo, infruttuoso, esattamente come col Sassuolo.
Nessun dramma, ovviamente, ma la vivida consapevolezza di aver sciupato in maniera del tutto evitabile altri punti. Il cammino è ancora lungo, ma per dimostrare di aver svoltato, rispetto all'anno scorso, l'Inter ha l'obbligo di non sbagliare partite così. E dunque il processo è tutto fuorché compiuto. Che il doppio incidente sulla Via Emilia, quantomeno, serva da lezione.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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