Testimonianza da brividi su Porto-Inter: "Ho temuto per la mia vita. Eravamo tutti ammassati"
TuttoSport ha riportato una testimonianza di Francesco Rosito, uno dei centinaia, se non migliaia, tifosi dell’Inter a cui è stato negato l’accesso al “Do Dragão”. Le parole del testimone mettono i brividi: "Che la giornata fosse iniziata male lo avevo capito non appena atterrato all’aeroporto Francisco Sá Carneiro dopo circa due ore di tragitto, provenienza Londra. Neanche il tempo di togliere il telefono dalla modalità volo, ed iniziano arrivare messaggi preoccupanti su una clamorosa retromarcia del Porto. Il club avrebbe deciso infatti di negare l’ingresso ai tifosi interisti che avevano acquistato un biglietto in un settore diverso da quello a loro destinato. Si parla di un numero che oscilla tra i mille e i duemila tifosi. Il pomeriggio è un susseguirsi di voci, illazioni e indiscrezioni che si concludono verso le 17, quando su molti profili social vicini al mondo Inter cominciano ad apparire notizie rassicuranti, che certificano un ingresso garantito ai possessori dei tagliandi, a eccezione di quelli che del settore più caldo dell’impianto. Non fidandomi delle varie voci, decido di andare presto in zona stadio. Alle 18:30, ora di apertura delle porte, sono già in fila. Dieci minuti circa per i controlli di sicurezza ed eccomi alla porta 5. E lì la prima sorpresa. Il biglietto regolarmente acquistato, viene letto al tornello riportando un non precisato ‘errore’. Inizio a capire e a temere. Poi alla porta 19 l’amara conclusione, niente partita".
Come ha vissuto il tutto?
"Ho temuto per la mia vita. Siamo stati messi in questo pericolosissimo imbuto, in questa fila dalle 18.45, dove non si avanzava di un centimetro. La zona non era assolutamente sicura, eravamo tutti ammassati. In questa strettoia la gente, anche non volendo, spingeva: davanti c’era la polizia, che è stata irremovibile nel non farci passare, ma per fortuna non ha caricato o altro. E questo va comunque sottolineato. Nonostante la tensione massima, non è successo nulla di grave. Ma la verità è che eravamo intrappolati, non mi viene altro termine. C’erano pure bambini, anziani, persone con le stampelle. Dopo l’arrabbiatura del momento, adesso prevale il senso di sollievo per averla scampata, che tutto si sia risolto senza qualcuno che si sia fatto male".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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