Avanti con questo gruppo, ma servirebbe un difensore. Inzaghi alla Ferguson? A una condizione

Avanti con questo gruppo, ma servirebbe un difensore. Inzaghi alla Ferguson? A una condizioneTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 13:46Editoriale
di Ivan Cardia

Guai a toccare lo spogliatoio. È questo il mantra, quando si parla di mercato, in casa Inter. Pienamente condivisibile peraltro: la dirigenza e Simone Inzaghi hanno costruito un'alchimia pressoché perfetta, equilibri che non avrebbe senso andare a intaccare. È un aspetto sottovalutato, facile per chi vince ma non così scontato dato che si parla di un gruppo che ha iniziato a vincere da poco, tutto sommato. Non ci sono mal di pancia alla Pinetina. Qualche dolorino magari sì: Frattesi ha iniziato ad accusarne in estate, ma ha capito ben presto che non avrebbe avuto molto senso insistere. Arnautovic vorrebbe giocare di più, ma sa che all'Inter non è pensabile che lo faccia. Ergo forse partirà, senza però che vi sia mezzo problema. Un'armonia rara.

L'altro motivo, al di là del comune sentire nerazzurro - che, per carità, magari si sfalderebbe all'arrivo di qualche difficoltà, anche se onestamente non paiono esservene segnali - è legato alle liste, aspetto mai troppo considerato. Quella nerazzurra è piena e anzi in surplus, dato che Palacios e Correa sono al momento fuori. Un modo per allungarla vi sarebbe, ma ci si tornerà.

Un difensore, in verità, servirebbe. Più che altro perché lo stesso Palacios - a costo di ripetersi: ci si tornerà - non ha convinto e non ha trovato spazio, un po' come Buchanan (frenato dall'infortunio). Farebbe comodo anche in ottica futura: Bisseck ha fornito una buona prova contro l'Udinese nel ruolo di centrale, affidarglielo tout court dalla prossima stagione potrebbe essere una soluzione win win ma è ancora ben presto.

Come coniugare tutto questo? Con un buon proposito di Simone Inzaghi per l'anno prossimo, specie pensando al mercato. E al futuro a lunga scadenza, che potrebbe vedere vicino un rinnovo fino al 2028. S'è parlato spesso, in Italia, di allenatori alla Ferguson. Gente che dura vent'anni nello stesso club, vincendo tanto. Ecco, Inzaghi per certi versi è perfetto: se sta bene dove sta, non ha smania di muoversi. Regge la tempesta ed è l'allenatore che qualsiasi società vorrebbe: non fa casino, non regala titoloni, fa giocare bene le sue squadre, migliora i giocatori, vince trofei. Con una piccola, fondamentale, miglioria da apportare.

I giovani, benedetti giovani. Interrogato sul tema, di recente, ci ha spiegato che pensa debbano farsi le ossa, che guarda le carriere sue e di suo fratello passate dai campi di provincia. Per carità, verissimo. Comprensibile anche: fargli le pulci perché non punta tanto sui giovani non è neanche troppo giusto, è sempre stato quello e si è trovato piuttosto bene, perché cambiare? Perché è forse l'unico aspetto in cui può migliorare. Allungare la squadra pescando dalle giovanili, azzardare quando ne ha la possibilità, non preoccuparsi che un ragazzino può anche sbagliare. Sarebbe utile anche pensando alla filosofia Oaktree, a un mercato di giovani speranze a 20/25 milioni e non più navigati campioni a parametro zero.

E buon Natale a tutti.