Bucchi su Frattesi: "Il Brighton mi chiamò: avrebbe fatto carte false per averlo"
"Innanzitutto è un ragazzo straordinario e questo va detto prima di parlare del calciatore": inizia così la sua disamina riguardante Davide Frattesi l'allenatore Cristian Bucchi, intervenuto in esclusiva per la redazione de L'Interista l'indomani della rete decisiva con la quale il gioiellino di Inzaghi ha steso l'Udinese in pieno recupero. Lui, Frattesi, lo conosce bene avendolo allenato in due momenti diversi: prima al Sassuolo, dove però il centrocampista si è ben presto infortunato, poi all'Empoli, su sua espressa richiesta, come ci racconta.
Ed il calciatore com'è?
"Fortissimo, ogni anno migliora e fa uno step in avanti. La qualità migliore che ha è quella di riuscire ad essere anche determinante in zona gol. Grazie agli inserimenti che ha".
Già con lei si inseriva così?
"L'ho allenato inizialmente a Sassuolo, anche se per poco tempo perché si ruppe il quinto metatarso. Poi l'ho rivoluto con me ad Empoli. Lui arrivava da una grande annata ad Ascoli, dove aveva giocato tanto e dove era arrivato tanto in area, ma sbagliando i tempi di inserimento".
E cosa fece?
"Riconoscendogli questa fisicità e corsa, con la conseguente possibilità di arrivare spesso in area di rigore, abbiamo lavorato proprio sui tempi di inserimento e sulle zone. Lui poi ha fatto tutto il resto: capendo la cosa e capendo sé stesso. C'è poi una qualità che uno può allenare fino ad un certo punto, ovvero il capire il punto giusto dove finirà la palla: o ce l'hai o non ce l'hai. Da questo punto di vista mi spingo a dire una cosa".
Prego.
"Sotto l'aspetto degli inserimenti è già uno dei migliori al mondo".
Il fatto che entri dalla panchina e segni così spesso, dimostra la concentrazione che riesce a mantenere?
"E' segno di grande maturità. Anche non mostrandolo credo che dentro di sé stia soffrendo il fatto di non partire dall'inizio e di non poter giocare con continuità, però si fa sempre trovare pronto perché vuole dimostrare a tutti che è un giocatore di grandissimo livello a prescindere dall'impiego".
Lo vede essere anche più spesso titolare il prossimo anno, qualora dovesse continuare a crescere?
"Credo che abbia dimostrato con i fatti e non con altro che lui è un titolare. Poi è normale che quando giochi in un grandissimo club com'è l'Inter sai che sei al pari di altri giocatori forti, di campioni e magari la continuità la puoi ricercare anche attraverso spezzoni di partita. Lui ogni match lo gioca, che siano 5 minuti, 30 o 60. Segno importante che sia già importante all'interno dell'organico e che Inzaghi sappia bene cos'ha in mano".
Ci racconta di quando la chiamò il Brighton per averlo?
"Qualche anno fa un osservatore del Brighton mi chiamò dicendomi che loro stavano lavorando sullo scouting e che uno dei giocatori che loro avevano messo sotto la lente d'ingrandimento era proprio Davide".
Quando avvenne?
"Durante la gestione Potter, non c'era ancora De Zerbi, lo seguivano e avrebbero fatto di tutto per portarlo al Brighton. Il Sassuolo giustamente ha fatto scelte diverse, prima nel trattenerlo e poi nel cederlo all'Inter anche se gli inglesi erano fra i club che avrebbero fatto carte false per averlo".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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