BAR ZILLO - Oggi parte Tizio, domani Caio... forse
Dai, non scherziamo: il calcio è un gioco, in alcuni casi divertente, doloroso, ne sappiamo qualcosa dopo la finale persa, immeritatamente sottolineato tre volte ma nell’albo d’oro non rimarrà nessuna sottolineatura, poco tempo fa a Istanbul. Il calcio mercato, al contrario, è solo divertente. Parte quello, no l’altro, poi vendiamo e reinvestiamo, sì ma c’è l’asta e chi la spunterà alla fine. Di reale esiste la firma apposta sul contratto con susseguenti foto rituali, espressioni sorridenti nella maggior parte dei casi e vorrei pure vedere che ti sei appena messo in tasca qualche centinaia di migliaia di euro, in molti casi facciamo qualche milione che rende meglio l’idea, se tieni pure il broncio mi fai salire il crimine.
L’Inter di questa estate al limite dell’assurdo, afa e calura ai massimi ma tanto diciamo e scriviamo le stesse, precise, identiche pirlate tutti gli anni, vorrei aggiungere mangiate la frutta, di stagione, e bevete acqua, evitando di uscire alle due del pomeriggio mentre ci sono quaranta gradi e l’asfalto fonde le suole delle scarpe, l’Inter di questa estate dicevamo ricalca per filo e per segno quella delle ultime, fantastiche, stagioni. Vendiamo tutti, nessuno escluso: colpa della proprietà perché con la fila di compratori in attesa lungo viale della Liberazione, senza nemmeno avere lo stadio di proprietà, del resto a cosa servirà mai lo stadio di proprietà, molto meglio il mare di asfalto antistante l’attuale Meazza, non si capisce come Steven non molli l’osso.
In sostanza tutti hanno il cartellino del prezzo appeso al collo, all’Inter - racconta la leggenda popolare, la stessa dei coccodrilli bianchi nelle fogne di New York -. Poi, improvvisamente, ti accorgi che l’Inter è esattamente come tutte le altre Società, fatta eccezione forse per un paio: arrivano i soldi, partono i calciatori. Che strano accostamento, sembrerebbe impossibile per un calcio relegato alla periferia europea con diritti televisivi in caduta libera e, finalmente, qualcuno se n’è accorto dopo lo stanno tutti bene (film capolavoro, Mastroianni regale) raccontato dalla vittoria degli europei in avanti, senza partecipare ai Mondiali per due edizioni di fila, mai successo nella storia. Quindi sì, in questo calcio periferico se ti portano 50/60 milioni per un calciatore, tentenni. E se qualcuno si carica il pesante ingaggio di un big vero o presunto che pesa sulle tue casse beh, a malincuore un pensiero ce lo fai. Calcio da commercialisti, direte.
Vero, ma questo è.
Alla prossima, avanti l’Effecì.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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