Conte è furbo, ma alla fine ha ragione: così il Var uccide il calcio

Conte è furbo, ma alla fine ha ragione: così il Var uccide il calcioTUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 12 novembre 2024, 19:50Editoriale
di Daniele Najjar

Conte è furbo e tira acqua al suo mulino, su questo non ci piove, ma lo fa lui come lo fanno tutti. Dopo un 1-1 nel quale il suo Napoli - pur avendo una grossa occasione nel finale - è sembrato ben contento di portare a casa quel punto per il fatto di aver subito maggiormente l'avversario, meglio parlare di un tema che si poteva tirare fuori in altre circostanze, anziché proprio nella serata di domenica. Ma se ci togliamo tutti per un attimo la maglia da tifosi e proviamo a guardare la questione da un'altra angolatura, bisogna dire che il tema rimane.

Conte ha ragione: così si uccide il calcio e si fa un altro sport

Conte ha ragione così come aveva ragione Nesta e come ce l'aveva Gemmi o Nani. Che hanno espresso pareri diversi in realtà, con al centro però lo stesso tema: il Var. Partiamo da Inter-Napoli: la sfida-Scudetto non può essere decisa, per quanto l'Inter potesse meritare qualcosina di più, da un rigore più che mai dubbio. "C'è un contatto", sostiene chi la maglia da tifoso non la toglie, ma la domanda è: basta? Basta questo oggi per avere un rigore e vincere una partita? Ranocchia a Pressing coglie il punto: andando avanti così i difensori sapranno che difficilmente possono intervenire in area di rigore. E dunque diventa tutto un altro sport. Uno sport più brutto, vile.

Il calcio è sport di contatto, un sano contrasto ruvido è la base sulla quale i difensori migliori della storia hanno costruito le loro carriere. Immaginate se ad ogni intervento di Samuel o Materazzi avessero cercato un minimo contatto con il piede dell'avversario. Ha ragione Conte nel senso che il protocollo va rivisto, se prevede che nonostante un errore così evidente fosse stato fatto tutto giusto a livello di procedure. Forse il Var a chiamata può risolvere qualcosa in tal senso, ma non tutto. Serve rivedere un po' le cose ad ampio raggio, perché tanti giocatori sembrano oggi puntare molto sulla "furbata", molto più che in passato. 

Se ha ragione Conte, ha ragione anche e soprattutto Nesta. Com'è possibile che oggi un normalissimo spalla contro spalla, fatto peraltro in zona non pericolosa, porti ad annullare un gol arrivato dopo un po', per intervento del Var? Così il calcio muore. Lasciando spazio ad una nuova disciplina, dove chi non si butta appena sente il suo piede che viene toccato non è onesto, ma poco furbo e verrà probabilmente rimproverato dagli stessi compagni.

Cosa serve? Di incontri se ne fanno, anche non pubblicizzati, per spiegare e spiegarsi, ma probabilmente in questa fase dell'anno servono relativamente. Oggi pressoché chiunque è infuriato per una decisione dubbia o errata subita nelle settimane passate, dunque è difficile produrre incontri realmente benefici.

Meglio riproporre il tutto a bocce ferme, che si riuniscano i rappresentanti delle varie squadre e gli addetti ai lavori, prima di incontrare i rappresentanti del mondo arbitrale e guardandosi negli occhi si chiedano: qual è il calcio che vogliamo? Senza maglie e colori addosso è possibile capire che così non si può andare avanti e che bisogna darci un taglio, tutti, prima che sia troppo tardi. Solo poi si potrà andare dai direttori di gara a fare proposte serie.

Ancora non lo è, troppo tardi, ma basta guardare le partite di altri campionati o quelle europee per capire che mentre in Italia discutiamo di ogni contatto, in molti altri Paesi il Var è quasi un contorno. E' indubbio dunque che già oggi il nostro sistema sia penalizzato rispetto agli altri, dato che poi in Champions, Europa League o Conference c'è da ridere a pensare di ricevere un penalty per certi contrasti.

Bisogna considerare che il Var è stato utilizzato per la prima volta nel 2017 nel massimo campionato italiano. Sono passati 7 anni da quel primo rigore assegnato da Maresca in Juventus-Cagliari della prima giornata: sembrano tantissimi, ma se si pensa che praticamente è nato un insieme di nuove regole da applicare, si può capire che sia un periodo relativamente breve e nel quale è normale che ci possano essere cambiamenti anche significativi. Pensare di fare a meno del Var è un errore: tanti sport fanno uso della tecnologia e non bisogna perdere di vista la mole di errori che essa sta impedendo. Un errore, soprattutto se commesso in una partita di cartello, farà sempre più rumore di cinque decisioni giuste. L'importante è che si vada sempre di più sulla via della chiarezza, parola che oggi sembra lontana anni luce dal regolamento arbitrale.