BAR ZILLO - Non leggo cose astruse o chissà quali misteri misteriosi nello scialbo pareggio di martedì
Non leggo cose astruse o chissà quali misteri misteriosi nello scialbo pareggio di martedì scorso in Champions League. Anche perché, detto tra noi, non c’è nulla da leggere che non rientri nella normale alternanza di risultati dal momento in cui si scende in campo ogni settantadue ore. Questo non significa oddio come sono contento, che bella partita ho visto, martedì. No, mi dispiace. Non ho visto una bella partita e no, non sono nemmeno contento: arrivare secondi significherà, giocoforza, pescare dall’urna una squadra che ti consumerà non solo energie fisiche, quelle si mettono in preventivo ma, soprattutto, energie nervose, mentali. E quelle sono le peggiori, subdole, non te ne accorgi ma pesano come macigni. Comunque ormai quel che è stato è stato, martellarsi gli zebedei in funzione del nulla non serve. Casomai, questo mi sembra fuori da ogni ragionevole dubbio, martedì sera abbiamo avuto la certificazione, ribadita nel messaggio natalizio di Steven Zhang ai suoi uomini, del sogno numero uno di questa stagione sportiva nerazzurra: il tricolore. Lo scudetto. Quel triangolino bianco rosso e verde da cucire sul cuore l’anno che verrà. Certo, ovvio, non significa lasciamo perdere tutto il resto: ma, onestamente, non mi stupirei se dovessi per caso vedere molto turn over in coppa Italia e, se possibile, moltissimo in Supercoppa a gennaio, con annesso viaggio lungo e fastidioso per portare nelle casse asfittiche della serie A qualche soldino vista la vendita, mal riuscita, dei diritti all’estero di un campionato che, ahimè, non appassiona. Titoli preziosi entrambi, intendiamoci, pregiati, ma già sistemati in bacheca durante l’ultimo biennio.
Quindi il campionato, dicevamo: il campionato perché sarà complicatissimo tornare a disputare la finale di Champions: attenzione, non impossibile, semplicemente complicatissimo. La cosa importante è, a oggi, godere del riconoscimento degli altri club europei, compresi quelli ricchi e potenti. Perché se da un lato non mi fa piacere l’idea di trovare Real, City o Bayern Monaco sul cammino beh, domando scusa, non credo faccia piacere nemmeno a loro soltanto l’idea di poter trovare il nostro nome estratto dall’urna lunedì prossimo. E il campionato, oggi, passa da Roma, dall’Olimpico, da un campo notoriamente fastidioso che non ci ha mai risparmiato nulla.
Avanti l’Inter, avanti l’Effecì,
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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