BAR ZILLO - A Lisbona l'Inzaghi che ho imparato ad amare. Torniamo con un gruppo più forte

BAR ZILLO - A Lisbona l'Inzaghi che ho imparato ad amare. Torniamo con un gruppo più forteTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 30 novembre 2023, 13:10Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

L’Inter pareggia a Lisbona una partita pazzesca: la pareggia e quasi quasi ci rimani male perché, alla fine della fiera, solo la maledetta traversa salva il Benfica da una figuraccia storica, sua e, soprattutto, del suo allenatore, le cui parole nel dopo gara si commentano da sole. Poco interessanti.

È una serata strana, una serata contraddistinta dal pesante, pesantissimo turnover: sono tre, in pratica, i titolari veri o presunti, per presunti intendo giocatori considerati dall’ambiente nerazzurro allo stesso livello del miglior undici possibile. Gli altri otto provengono direttamente dalla panchina, luogo in cui hanno trascorso la maggior parte del tempo da agosto a oggi.

I primi quarantacinque sono un vero incubo, squadra sfilacciata, senza arte né parte, un insieme di ragazzi messi in campo senza lo straccio di un’idea, un concetto. Era preventivabile la difficoltà che avrebbero incontrato, soprattutto contro la prima della classifica lusitana la quale si giocava, minimo, l’onore: arrivare ultimissimi con una serie di prestazioni pessime non piace a nessuno, tantomeno a un club che appartiene alla schiera di quanti hanno reso celebre il gioco del pallone scrivendone pagine storiche.

Il tre a zero con cui si chiude la frazione numero uno è un pugno nello stomaco, figlio di atteggiamento non consono a chi veste la maglia nerazzurra, difficoltà di comprensione tra le linee a parte. Qui entra in scena l’Inzaghi che, personalmente, ho imparato ad amare calcisticamente dopo qualche tentennamento nell’inverno della passata stagione: il senso delle parole durante l’intervallo, a quanto si è saputo, è stato sul genere voi vi siete messi in questa situazione, voi ve ne tirate fuori.

Atteggiamento da allenatore ben sopra la media perché molti, moltissimi altri ne avrebbero cambiati cinque insieme. Invece Inzaghi no. Ha rischiato in prima persona. E i suoi ragazzi gli hanno regalato un secondo tempo di grande spessore: non deve passare sotto traccia il lavoro fatto dagli stessi effettivi dei primi quarantacinque minuti, il rigore di Thuram giunge sul due a tre, quando la squadra aveva già compiuto ben più di metà dell’opera.

Bravo Simone e bravi i giocatori: i grandi gruppi passano da grandi difficoltà. Lisbona, vero, ci ha regalato un tempo di non calcio: ma, dal mio punto di vista, ci ha consegnato un gruppo più forte e cosciente di ciò che può fare, molto più di quanto loro stessi potevano pensare ieri sera alle 21.

Alla prossima, avanti l’Effecì.