Pavard: "All'Inter per vincere e lo abbiamo fatto. Inzaghi mi lascia molta libertà"
Benjamin Pavard, difensore centrale dell'Inter e della Nazionale francese alle prese con gli ultimi preparativi per Euro 2024, ha risposto alle domande in conferenza stampa presso la Home Deluxe Arena di Paderborn.
È stato sorpreso di giocare come terzino destro durante la preparazione? Si aspetta di giocare molto in questa competizione?
"È iniziata alla grande! Al momento sono sulla panchina di sinistra (sorride). È una scelta dell'allenatore. Mi sto adattando alle sue scelte. Per quanto riguarda la competizione, vedremo. Sono pronto, fisicamente e mentalmente. Mi sento bene", le prime parole riprese da Le Parisien.
I Mondiali di calcio del 2022 segnano una rottura con il vostro declassamento?
"No, affatto. Non ho giocato. Mentalmente e fisicamente mi sento abbastanza bene per aiutare la squadra. Sono qui per la squadra. Spero che avremo un grande Euro come squadra".
Cosa hai detto all'allenatore riguardo alla tua posizione?
"È una questione privata con l'allenatore. Lui sa che ci sarò se mi chiamerà in causa. La squadra francese viene prima di tutto. L'allenatore sa che mi sento più a mio agio nella difesa centrale".
La sua carriera è spesso paragonata a quella di Lilian Thuram. È un'esperienza travolgente?
"So di essere versatile. Posso giocare a un livello molto buono. Lilian Thuram è un punto di riferimento, ho avuto modo di parlare con lui e mi ha dato dei consigli".
Come sei cresciuto all'Inter?
"Gioco in una difesa a tre. L'allenatore (Simone Inzaghi, ndr) mi lascia molta libertà. È un grande club, sono venuto qui per vincere il titolo ed è quello che abbiamo fatto. È una vera emozione giocare per un club così grande e con dei tifosi così grandi. Quando arriviamo allo stadio, si sbattono sull'autobus. Meritano di vincere dei titoli. Sono molto contento della mia prima stagione all'Inter. Ho trovato un club familiare con grandi tifosi".
Come descriverebbe lo stile della squadra francese?
"Abbiamo una squadra completa. Davanti abbiamo i migliori giocatori del mondo. Dietro, al centro, siamo forti. Siamo uniti e sappiamo soffrire come una squadra. Possiamo fare la differenza in qualsiasi momento".
Cosa deve alla Germania, dove ha trascorso parte della sua carriera?
"Quando sono arrivato, a 19-20 anni, ho sentito il rigore tedesco. Ho trascorso 7 anni meravigliosi qui e ho imparato molto. Gli stadi mi sono piaciuti moltissimo, ne ho tratto molti benefici e sono molto felice di essere tornato qui".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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