Dumfries: "Non andrei mai a cena con Theo. Futuro all'Inter? Penso di sì"
Denzel Dumfries ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, affrontando diversi temi, tra cui il 20° scudetto aritmeticamente conquistato dall’Inter battendo il Milan nel derby, la finale di Champions League persa 12 mesi fa, il suo futuro in nerazzurro, le voci dalla Premier e la rivalità con Theo Hernandez. Le prime considerazioni dell'esterno olandese sono state sullo scudetto: "È bellissimo ma me lo sentivo già quando sono venuto all'Inter. Il primo anno l'abbiamo buttato via ma ora ce l'abbiamo fatta, la seconda stella è meravigliosa. Per il club e per tutti noi la festa è stata pazzesca. Sono felicissimo di aver vinto lo scudetto della seconda stella, soprattutto sul campo del Milan poi è extra special (ride ndr). Tutti i tifosi dell'Inter speravano di vincere il titolo in quella partita. Penso che con la grande stagione che abbiamo fatto abbiamo pienamente meritato lo scudetto. Siamo orgogliosi di aver cucito la seconda stella sulla maglia".
Si è goduto il tricolore nonostante la poca concorrenza?
"Certo che ce lo siamo goduti perché abbiamo lavorato sodo tre anni per questo traguardo. Sono venuto all'Inter nel 2021 con Simone Inzaghi e da allora la nostra missione, il nostro obiettivo era la conquista del campionato e della seconda stella. E sono felicissimo di esserci finalmente riuscito”.
Meglio l'Inter che arrivò ad Istanbul o quello della stella?
"Dura scegliere perché parliamo di due squadroni che avevano le loro qualità e i loro personaggi. Il secondo anno, quello della finale di Champions League, avevamo grandi calciatori con tanta esperienza. Ma ognuna delle due squadre era competitiva e io mi sono trovato bene in entrambe. Impossibile dire quale sia meglio”.
L'Inter meritava di più a Istanbul contro il Manchester City?
"Abbiamo giocato una grande partita ma se il Man City ha vinto significa che hanno meritato. Ma ciò non toglie nulla alla nostra fantastica cavalcata verso la finale. Siamo uomini e dobbiamo accettare la sconfitta. L'Inter è una grande squadra e se continuiamo a lavorare bene e a crescere riproveremo a vincere la Champions. Ho fiducia nella squadra, nell'allenatore, nello staff e nella qualità miei compagni. Abbiamo ottime chance di vincere questa coppa”.
Il suo futuro sarà ancora ad Appiano Gentile?
"Penso di sì. L'Inter è davvero un grande club di cui io sono innamorato. La gente e i compagni di squadra sono come una famiglia per me. Io mi sento a casa all'Inter. Da tempo stiamo discutendo del mio rinnovo... ma il club era in difficoltà economiche. Poi ora come tutti sanno il club ha cambiato proprietario. Ma durante gli Europei o magari dopo vediamo quello che accadrà. Non è un segreto che mi piacerebbe giocare in Premier League, amo quel campionato e il mio stile di gioco si addice al calcio inglese. Ma è una benedizione di Dio che io possa giocare nell'Inter dove ho vinto sei trofei in tre anni. Come già detto questa è casa mia e la mia famiglia è felice a Milano. Non potrei mai lasciare l'Inter solo per realizzare un 'sogno'. Il mio sangue è nerazzurro, this is my family! Sono molto legato a tutto l'ambiente compresi i magazzinieri e i dottori... ho davvero un grande rapporto con tutti. Se posso promettere che non andrò mai al Milan o alla Juve? "Come ho già detto io amo l'Inter ma nel calcio non si sa mai. Anche se ripeto, non ci ho mai pensato perché non voglio andarmene".
Queste le dichaiarzioni sulla rivalità con Theo Hernendez
"Con lui sono sempre battaglie infuocate ma è normale che sia così in un derby. Io però non ho nessun problema con Theo. Ognuno di noi difende i colori del proprio club. Lui ama il Milan, io amo l'Inter ed è sempre bellissimo affrontarlo in campo perché con lui sono battaglie vere. Ci tengo però a precisare che non io provo nessun odio nei suoi confronti anche se no, non penso che andremo mai a cena insieme. Tre Theo e me c'è solo una rivalità sportiva, noi ci rispettiamo e questo è quel che conta. Io amo lo sport, le rivalità e la tensione delle partite. E poi il derby di Milano è sempre una partita speciale. E questo tipo di duelli come quelli tra Theo e me sono nel DNA di queste partite, rendendolo speciali".
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