Barella: "L'Inter mi ha accolto come uno di famiglia. Lo scudetto nel derby un plus per la gente"
Il centrocampista dell'Inter e della Nazionale italiana Nicolò Barella è stato intervistato da Football Emotion Italia, rispondendo anche alle domande dei follower del canale Instagram.
Cosa hai provato dopo il fischio finale del derby?
"É stato bellissimo. Avevamo la sicurezza di vincere lo scudetto ma farlo nel derby sarebbe stato un plus per la nostra gente e per tutto. Abbiamo provato e siamo riusciti a portare a casa questo risultato straordinario. Dopo il fischio finale, però, ho esultato ma poi ho stretto la mano ai giocatori del Milan perché ho vissuto anche io la sensazione di perdere uno scudetto, così come ho perso una finale di Champions League e una di Europa League. Mi sono sentito di fare quel gesto, poi sono tornato a festeggiare coi miei compagni".
Cosa hai pensato quando ti ha chiamato l'Inter?
"Non dico che me lo aspettavo, ma rendendomi conto che quando ero a Cagliari ero stato convocato dalla Nazionale e quindi la mia carriera stava decollando, era logico staccarsi dalle mie radici. Ci sono state tante offerte prima e dopo quella sessione di mercato ma ho sposato subito il progetto Inter e ho accettato subito la sfida. All'inizio è stato strano, ma all'Inter mi hanno fatto sentire importante da subito; mi hanno accolto come se fossi uno di famiglia, è stato tutto semplice".
Cosa fai prima di entrare in campo? Hai una routine?
"Fino a 2-3 anni fa facevo gesti ben definiti prima del match. Ora sono molto più tranquillo, mi piace ridere coi compagni prima della partita".
I rituali ti hanno portato fortuna?
"Li facevo perché ci credevo. Ad esempio prima di avere la certezza dello Scudetto non mi sono più tagliato i capelli, ma lì era più uno scherzo con i compagni".
Quante scarpe da calcio utilizzi in una stagione?
"C'è questa cosa tra noi giocatori per la quale una scarpa da calcio ha più o meno magia rispetto ad un'altra. Quando mi trovo bene con una scarpa faccio fatica a cambiare, però mi piace cambiare colori se no diventa monotona la cosa. Userò 6-7 colori a stagione, forse meno. E in partita utilizzo le scarpe usate in allenamento, non mi piace usare scarpe nuove; preferisco usarle e sformarle".
Che emozione hai provato quando hai segnato il primo gol a San Siro?
"Lo ricordo perché non arrivava più... In verità il primo l'ho segnato in Champions con lo Slavia Praga, però quello col Verona in campionato è stato più emozionante. Il primo è stato bello ma ha portato un pareggio, però l'esplosione di San Siro è sempre bella".
Cosa fare nei tempi morti tra una partita e l'altra?
"Io parlo per me e dico che sto con un gruppo di ragazzi che poi sono la base di quelli dell'Inter, sono i miei amici coi quali sono cresciuto. Ci ritroviamo la sera in camera mia, parliamo o guardiamo la tv. Nel pomeriggio magari si riposa poi dopocena parte un discorso e continua fino a notte inoltrata. I momenti di noia sono tanti, se magari ti alleni la mattina passi un intero pomeriggio a far nulla".
Qual è il ricordo più speciale degli ultimi Europei?
"Uno dei più belli è stato il ritorno contro l'Austria; eravamo fuori dalla competizione perché Marko Arnautovic ci fece gol. Dopo la partita cominciai a dire che era il nostro anno".
Come fate a passare dall'essere rivali nei club ad amici in Nazionale?
"In campo ho pochi amici, fuori ne ho mille perché sono una persona diversa. Questa è la nostra passione, l'adrenalina, la voglia di vincere".
Da appassionato di vini, se dovessi descriverti con un vino che vino saresti?
"Dire Cannonau è troppo facile, anche se richiama le mie radici".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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