Barella e Mkhitaryan fondamentali, Bastoni-Dimarco al top: Inzaghi lancia l’Inter d’assalto

Barella e Mkhitaryan fondamentali, Bastoni-Dimarco al top: Inzaghi lancia l’Inter d’assaltoTUTTOmercatoWEB.com
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sabato 9 novembre 2024, 00:45I fatti del giorno
di Marco Lavatelli

Le rotazioni di formazione contro l’Arsenal permettono a Inzaghi di affrontare l’avvicinamento al Napoli nelle migliori condizioni. Certo, come ha detto l’allenatore piacentino molto è dipeso dal risultato e se gli inglesi avessero trovato un gol fortunoso con una deviazione si starebbe parlando d’altro. Ma il campo e il tabellino ci dicono che l’Inter non potrebbe arrivare meglio allo scontro con la prima in classifica. Big riposati, tutti a disposizione tranne Carlos Augusto. Per battere gli azzurri ed effettuare il sorpasso è pronta l’Inter d’assalto, non quella d’attesa di mercoledì.

Acerbi insidia De Vrij, a centrocampo tornano Barella e Mkhitaryan: riecco l’ideal-Inter

Lo scudetto passerà anche dalla partita contro Conte e dopo il turnover con l’Arsenal si rivedrà l’undici migliore. Nella testa di Inzaghi un solo dubbio. Davanti a Sommer, per il posto al centro della difesa completata da Pavard ed il rientrante Bastoni - completamente a riposo mercoledì - Acerbi insidia fortemente De Vrij. Il centrale italiano non ha giocato contro Venezia e Arsenal a differenza di Calha, ma si è allenato con il Napoli nel mirino e può tornare in campo direttamente dal primo minuto. A sinistra riecco un Dimarco al top (15’ con l’Arsenal), sull’altra fascia difficile rinunciare a Dumfries in questo momento di forma. In mezzo al campo ci sarà il trio ideale, quello dello scudetto, quello più forte.

Il centrocampo non è solo il fulcro geografico della squadra, ma anche quello del gioco. La costruzione passa sempre da loro, e non è un caso che proprio contro l’Arsenal, con Barella e Mkhitaryan in panchina, la squadra abbia quasi rinunciato a palleggiare da dietro cercando invece il pallone diretto sulle punte, costrette a lavorare tanto spalle alla porta (forse troppo). L’italiano e l’armeno sono l’anima della squadra, i due giocatori nerazzurri che corrono di più - in Serie A Barella primo con 10,632 km di media a partita, Mkhitaryan secondo con 10,582 - e insieme a Calhanoglu i grandi costruttori della manovra.

Il regista è tornato titolare nel migliore dei modi, con la specialità del gol su rigore ma anche e soprattutto con l’apporto difensivo e la personalità di chi è consapevole di essere uno dei centrocampisti più forti in circolazione. C’è un’Inter con Calha e una senza, potrebbe suonare banale e ridondante ma è la realtà. Zielinski ha giocato bene contro l’Arsenal, Frattesi meno, Asllani è entrato subito in partita, ma nessuno è nemmeno vicino al turco per rendimento in campo. Anche in attacco le scelte sono fatte: Lautaro è carico per ritrovarsi contro Lukaku e Conte, affianco a lui Thuram.

La difesa c’è, finalmente: la solidità ritrovata dall’Inter prima del Napoli

La partita contro l’Arsenal è stata simbolica per il ritorno di una difesa formato bunker, un muro davanti a Sommer che però l’Inter è tornata ad alzare già da qualche giornata. Nelle ultime 6 partite, infatti, sono state 5 le porte inviolate collezionate dai nerazzurri, che si sono concessi solo il pomeriggio di svago, per usare un eufemismo, contro la Juventus. In più: tra Roma, Young Boys, Empoli, Venezia e Arsenal Sommer ha effettuato poco più di dieci parate, nessuna delle quali davvero complicata.

Paradossalmente, è stato proprio contro la squadra di Di Francesco, la partita più facile sulla carta, che il portiere svizzero è stato più sollecitato (prima da Oristanio e poi da Pohjanpalo). Nella serata di Champions contro gli inglesi il reparto è stato perfetto e la squadra ha aiutato come non succedeva invece all’inizio della stagione. L’emblema del momento è Bisseck, che vedrà il suo contratto migliorare sensibilmente. Domenica, contro un Napoli che aspetterà per poi ripartire, ci sarà bisogno della stessa Inter di ferro, anche se inevitabilmente diversa da quella vista mercoledì a San Siro.