Equilibrismi nerazzurri
Alla fine della fiera, insomma, la settimana appena trascorsa non è stata particolarmente proficua per la Società Inter. Anche se, diciamocela tutta senza stare a dilaniarci, strapparci le vesti, camminare in ginocchio sui ceci o messi dietro la lavagna col viso verso il muro, su Dybala si era capito dall'arrivo di Lukaku come sarebbe andata a finire, situazione certo non agevolata dalla testardaggine dei campioni che sono così o delle nuove leve che là io non ci vado perché voglio l'altra squadra, legittimo e ci mancherebbe pure. Spazio non ce n'era, non ce n'è a tutt'oggi, quindi Paulo libero di scegliere la miglior destinazione per lui e arrivederci alla doppia sfida di campionato.
Bremer ha raccontato che chi prima vende prima compra. Nulla di più, nulla di meno. L'Inter aveva e ha stabilito un prezzo per l'oggetto del desiderio dell'attuale sessione di calciomercato, settanta milioni non un centesimo in meno, tenendo botta alle offerte al ribasso del compratore di turno, il PSG riscopertosi improvvisamente parco e ligio ai dettami imposta dai vertici UEFA. In sostanza, invece di ululare al vento chissà che, avreste ceduto Skriniar, e facciamolo 'sto nome, a cinquantatré milioni – questa è l'offerta, altro sono storielle del mago – più qualcosa di bonus così da arrivare a sessanta per poi reinvestirne quasi la stessa cifra sul giovanotto brasiliano? Perché qui sta il nodo. E non è questione di capacità, è questione di soldi: averne o meno cambia la visione di un mercato dove senza cedere non compri o, in alternativa, compri con diritti, obblighi, prestiti, senza esagerare che poi il conquibus dove lo troviamo per saldare? Inoltre non dimentichiamo che gli altri hanno una proprietà pronta a intervenire quando necessita con aumenti di capitale sicché quanto incamera dalle cessioni può essere utilizzato in larga parte sul mercato.
Almeno così mi è stato spiegato in più circostanze. Tralasciando comunque gli avversari e concentrando le attenzioni esclusivamente su di noi, su un mercato che ancora oggi, stando così le cose o, meglio, rimanendo con questa rosa alla quale aggiungere un centrale difensivo molto low cost, ci vede avvantaggiati rispetto alla passata stagione, mi spingo a pensare che la situazione così cupa continuo a non vederla. Vero, abbiamo perduto Perisic, annata spaziale quella dell'esterno croato, senza dubbio la migliore in sei stagioni trascorse sotto la Madonnina, la settima l'ha vissuta a Monaco, spedito in Germania dallo stesso tecnico che oggi lo ha accolto stile figliol prodigo in quel di Londra, misteri misteriosi del pallone. Ma abbiamo ritrovato Romelu, scusate se è poco. Se n'è andato anche un signore che non vedeva l'ora di giocare nel Flamengo da mesi, lo evidenziava pure sui social, sono arrivati centrocampisti sicuri, garanzia di ricambi assai validi. Insomma, io direi una squadra più completa e più affidabile. Poi parliamo sempre di opinioni che possono serenamente divergere, mica trattiamo di argomenti vitali per l'umanità intera. A proposito di opinioni, l'Inter ha perso in terra di Francia l'amichevole col Lens, a trenta e rotti gradi, opposti a una squadra più avanti nella preparazione, con buona gamba e quasi pronta. Eppure...non fatevi ingannare dallo zero a uno finale, non è stata una brutta prestazione. Certo, nemmeno roba da luccichio negli occhi però, in sostanza, i ragazzi hanno svolto un'ottima sgambata. Sono, lo ripetiamo tutti insieme, amichevoli. Non ci sono punti in palio. E neanche passaggi di turno in Champions. Sono amichevoli estive, dove può entrare anche Cordaz perché è giusto così. Un filo di relax in più non guasta.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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