Riabbracciamoli!
Era il diciannove maggio, poco meno di un centinaio di giorni fa, quando i ragazzi e il pubblico del Meazza si sono salutati dandosi appuntamento al nuovo campionato. Stasera, ore venti e quarantacinque, il copione che ha contraddistinto la stagione passata riproporrà il cliché: tutto esaurito, nemmeno posti in piedi, perché l’Inter torna nella scala del calcio.
Trascorsa una settimana più parlata e chiacchierata per vicende mercatare e non tecniche, Simone da Piacenza e la sua banda ricominceranno la scalata del sentiero tortuoso che porta verso il ventunesimo: dopo un paio di giorni susseguenti il pareggio di Genova, risultato assurdo e nemmeno lontanamente vicino alla realtà ma anche questo appartiene alla bellezza del calcio, la maggior parte dei media ha scoperto, udite udite, che l’Inter ha, in realtà, dominato la partita. In lungo e in largo. Autoflagellandosi, come nelle peggiori pieces teatrali drammatiche. Ma, dal mero punto di vista di quanto osservato sul campo, pur in evidente ritardo di condizione i nerazzurri hanno sprecato di tutto di più finendo per invaghirsi della propria bellezza, nemmeno troppo appariscente in verità, come il peggior Narciso.
L’esordio casalingo di Lautaro (con tutta probabilità in panchina, alla ricerca di una condizione discreta) e compagnia non sarà facilissimo: Gotti è preparato, tattico, capace di far giocare male l’avversario e, contemporaneamente, esaltare i suoi. No, non sarà facile. Simone nostro sta pensando (qualcosa più del semplice pensiero) di far esordire Mehdi da Bushehr, il porto più importante dell’Iran, sostituendo Darmian con Dumfries e, chissà, uno dei centrocampisti presunti titolari con Frattesi, apparso assai in palla a Marassi. Vedremo.
Nel frattempo, il mercato continua a imperare, ancora e ancora. Acclarato - si dice, pare, forse, chissà - il nuovo arrivo in difesa, giovanotto di belle speranze, si continua con la menata della punta. L’Inter, le punte, le ha. A me, ma solo a me e pochi altri impavidi, continua a piacere Arnautovic. Correa, classe oltre la media, non ha fatto male fino a oggi, malissimo rende meglio l’idea, che non è soltanto un’idea. Inzaghi sembra voler continuare a credere nel giovanotto. Auguriamoci che il Tucu, finalmente, ricambi.
Alla prossima, avanti l’Effecì.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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