Di Gregorio: "Abbandonato dall'Inter? No, legame reciso per una furbata di Galliani"

Di Gregorio: "Abbandonato dall'Inter? No, legame reciso per una furbata di Galliani"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di (C) Domenico Cippitelli
Oggi alle 08:39Rassegna Stampa
di Daniele Najjar

Il portiere della Juventus, Michele Di Gregorio, ha rilasciato una intervista a La Repubblica, nel corso della quale ha parlato anche del suo legame con l'Inter, dove è cresciuto prima di scegliere il Monza e poi i bianconeri. 

Perché ha dovuto fare un giro così lungo, per arrivare?

"Dopo aver vinto lo scudetto Primavera con l’Inter pensavo di essere già pronto per la B, invece arrivavano offerte solo dalla C. Ho dovuto analizzare a 360°, non agire di impeto e convincermi che non mi stavo sminuendo. Mi sono detto: se queste sono le offerte, questo è il mio valore. Ho avuto bisogno di fare uno step alla volta".

L’Inter cos’è, oggi, per lei?

"Ci sono arrivato che non avevo ancora 7 anni e l’ho lasciata che ne avevo quasi 19. È un’esperienza che mi ha formato, perché mi sono stati messi a disposizione educatori prima che allenatori, che la differenza l’hanno fatta quando cominci a pensare che allenarsi è un sacrificio, quando vedi gli amici che vanno in gita, che cominciano a uscire la sera, che ti stai perdendo un sacco di prime volte. È stato educativo e mi ha preparato a entrare in uno spogliatoio di C dove il rapporto non era più con ragazzini ma con uomini di 34 o 35 anni per cui conquistare la salvezza è fondamentale per mantenere la famiglia".

Dall’Inter si è sentito abbandonato?

"No. Nei cinque anni in prestito mi ha permesso di rimanere in piedi, tipo quando ero andato all’Avellino che subito dopo fallì. In fondo, se ho reciso il legame con l’Inter è stato reciso per una furbata di Galliani, il numero uno, che ha ha voluto il diritto di riscatto perché credeva tantissimo alla promozione del “suo” Monza e ha avuto ragione".

Domenica a San Siro cosa proverà? Voglia di farla vedere a chi non ha creduto in lei?

"Non porto rancore. L’Inter ha fatto per me qualcosa che non potrò mai dimenticare, starmi a vicino quando, a 13 anni, ho perso mio padre». Non c’è mai stata la possibilità di tornare in nerazurro? «Non me lo sono mai veramente aspettato. Se però fosse successo avrei voluto farlo dalla porta principale. La comparsa non l’avrei mai fatta".

Lei sarà di sicuro tifoso dell’Inter, no?

"In realtà in famiglia erano milanisti, mentre io ho sempre ammirato più i giocatori che le squadre: Kakà e Abbiati, Zanetti e Julio Cesar, Buffon e Del Piero, la cui non reazione quando a Roma prese quello schiaffo da Cufrè ha per me un valore immenso. Ho ammirato Handanovic, è stato un sogno allenarmi con lui, avere i suoi consigli. Non ho mai capito perché si debba odiare uno solo perché è di un’altra squadra".