Acerbi, i motivi della mancata squalifica: mancavano testimonianze a supporto. I precedenti
Perché Francesco Acerbi è stato assolto, nonostante ci fossero dei precedenti riguardanti delle squalifiche per insulti razzisti senza prove video? La Gazzetta dello Sport si fa la domanda e, basandosi sulla nota del Giudice Sportivo, ritrova la motivazione nell'assenza "di un supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale". In passato si è arrivati a due condanne per razzismo, da dieci giornate ciascuna, in Serie B e in Serie C: Michele Marconi (Pisa) e Claudio Santini (Padova) vennero condannati per aver insultato Obi e Mawuli.
La differenza con Acerbi è data proprio dalla presenza di testimonianze a supporto. Nel caso di Marconi, i compagni di Obi nel Chievo e gli audio ambientali dello stadio furono decisivi per ripetere e circostanziare l'insulto, che diventò così inattaccabile e portò alla condanna in appello. Nel caso di Santini, invece, la testimonianza di un collega della vittima fu decisiva. Questa è stata la discriminante per Acerbi: non c'erano immagini tv o ricostruzioni certe dell'insulto, ma neanche delle testimonianze. Il Napoli rimprovera alla Procura Federale di aver voluto chiudere tutto rapidamente, senza andare in profondità nelle indagini (durate cinque-sei mesi negli altri casi), ma ormai il caso è chiuso.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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