Zalewski, parla l'ex allenatore: "Mourinho lo aveva fatto diventare un giocatore triste"
Subito decisivo con l'assist per il pareggio di De Vrj nel derby, Nicola Zalewski ha cominciato col piede giusto la sua avventura all'Inter. Per parlare del laterale italo-polacco, arrivato in prestito dalla Roma, EuropaCalcio ha intervistato il suo ex allenatore ai tempi delle giovanili giallorosse Fabrizio Piccareta.
Si aspettava un suo esordio così importante con l'Inter?
"Come si è soliti dire, le cose più importanti accadono quando uno meno se lo aspetta. Era da tempo ai margini nella Roma, per cui il suo arrivo all'Inter magari non aizzava la folla nerazzurra, ma Nicola, se messo nelle condizioni, è in grado di esprimere qualità importanti".
Qual è il suo ricordo di lui?
"Io ero appena arrivato alla Roma dopo l'esperienza in Finlandia all'Inter Turku. In quella squadra giovanile c'erano anche Bove e Cancellieri. Zalewski aveva grandi doti, ma poi mi ha stupito la sua evoluzione".
Vale a dire?
"Se è vero che Mourinho da un lato gli ha dato continuità in prima squadra, dall'altro lo ha trasformato, e lo dico con il massimo rispetto, in un giocatore 'triste': antecedentemente al salto in prima squadra, Zalewski sapeva agire anche da centrocampista più interno nonché da esterno offensivo. Per dire, era più simile a Lorenzo Pellegrini, e come lui a volte tirava fuori dal cilindro colpi molto interessanti. Mentre con Mourinho, che lo ha impiegato in una maniera molto più difensiva, si è spesso trovato a limitarsi a fare il compitino. Zalewski sa fare e può dare molto di più, si è visto appunto proprio domenica".
Magari con Inzaghi potrebbe riprendere a giocare nei vecchi ruoli. Basta pensare a come ha saputo trasformare Calhanoglu.
"Mi auguro per lui proprio questo, perché vorrebbe appunto dire che sfrutterebbe di più le proprie doti. Anche se, almeno in questi primi mesi, la vedo molto difficile dal momento che l'Inter lo ha preso proprio come vice Dimarco".
Sembra che per scegliere l'Inter, Zalewski abbia rifiutato l'Olympique Marsiglia, dove avrebbe sicuramente avrebbe avuto più minutaggio.
"Al Marsiglia avrebbe trovato De Zerbi, tecnico che stimo molto e che anche lui ne avrebbe esaltato al meglio le qualità. Ma l'Inter è al momento il miglior club italiano, non è così sorprendente la sua scelta, anzi è stata la più logica. In ogni caso, al di là di questo, era arrivato il momento di lasciare la Roma, dove era entrato da tempo in un loop negativo. Io ho amato tanto Roma e la Roma, ma una cosa che ho notato di quella piazza è che ad essere sempre e maggiormente nel mirino dei tifosi sono proprio i ragazzi romani e cresciuti nel vivaio. Penso anche a Pellegrini e Florenzi, solo a Totti e De Rossi è andata nel verso opposto".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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