Milan-Inter, istruzioni per l'uso
Così, per la terza volta in questa stagione, le strade dell’Inter e dei cugini si incroceranno alle 18 di questa sera. Il terzo derby stagionale, con annessa la possibilità di giocarne altri quattro: che palle, mi vien da dire. Questo calcio frenetico, convulso, assurdo e, per molti aspetti, irragionevole, ci priva perfino di quel piacere sottile della vittoria nella stracittadina. Perché tanto, ormai, ce ne sarà un’altra il mese dopo, e poi ancora il mese successivo e così di seguito: sì, insomma, sono riusciti perfino nell’impresa di rovinare l’attesa del confronto più sentito, almeno per quanto mi riguarda. Ma lasciamo stare i pistolotti, il calcio ormai è questa roba qui, ci piaccia o meno. E chissenefrega se le nuove generazioni non sembrano apprezzare un granché il buon vecchio pallone: l’importante è sfruttare il presente, al futuro penseremo tra qualche decennio.
Derby numero tre, dicevamo. I primi due non è che siano andati come speravamo, in tutta onestà. A settembre giocammo a calcio una ventina di minuti nel primo tempo dopodiché inspiegabile letargo fino alla corretta punizione a un minuto dal termine. A gennaio riuscimmo nell’impresa, complicata, di farci recuperare il doppio vantaggio fino al sorpasso beffardo dopo aver sprecato l’impossibile o, se preferite, l’inspiegabile. Insomma, a ben vedere ci sono più ragioni per entrare in campo col sangue agli occhi per vendicare, calcisticamente, i recenti scivoloni. Mi auguro, dal profondo del cuore, che le lezioni subite ci abbiano insegnato qualcosa. Certo, a prima vista il Milan sta vivendo un momento complicatissimo della stagione: gente che parte, gente che arriva, gente in bilico, gente poco felice: e gioco alquanto deficitario. Questo recita il recente passato in casa del Diavolo. Però io, del Diavolo, non mi fido. Tralascio la solita menata della stracittadina partita a sé: se sei più forte sei più forte punto, senza stare a raccontare balle. Quindi, poiché dal mio personalissimo punto di vista siamo più forti dei cugini, mi aspetto una squadra con grinta, corsa, agonismo e cuore. Il discorso del non dobbiamo perdere altrimenti il Napoli scappa non lo condivido: dobbiamo recuperare ancora una partita e, successivamente, a Napoli ce la andiamo a giocare. Dunque, stando ai numeri, la possibilità di agganciare gli attuali capoclassifica è più di una semplice ipotesi.
Il dilemma, casomai, sarà come affrontare la sfida di oggi pomeriggio. Buttarsi a capofitto per cercare di mettere il Milan alle corde potrebbe essere una soluzione ma, di contro, lascerebbe ai nostri avversari la possibilità di fare ciò che a loro riesce piuttosto bene: palla lunga e Leao in campo aperto nell’uno contro uno. Aspettarli? Perché no. Ma aspettarli facendo attenzione, non perdendo certezze e concentrazione come accaduto nel recente passato. Frecce, al nostro arco, ne abbiamo. Più d’una. La condizione fisica, quella vista col Monaco mercoledì sera, sembra straripante detto altresì che, dopo il tre a zero, l’Inter ha cazzeggiato intelligentemente senza sprecare energie inutili alla ricerca della goleada che non avrebbe cambiato nulla ai fini del piazzamento finale in vista del sorteggio. Terzi o quarti, sempre quelle squadre ci saremmo trovati a dover affrontare.
Una convinzione la Champions ce l’ha lasciata, ai giocatori nerazzurri in primis, e non è roba da poco. Perché quando un uomo misurato e poco incline al sensazionalismo come Mkhitaryan ti racconta che sì, ci sono momenti e partite in cui siamo ingiocabili beh, scusate, la cosa mi rincuora assai.
Bando alle chiacchiere, alle premesse, alle valutazioni, alle speranze o alle presunte certezze: c’è il derby, ci sono tre punti in palio, c’è un recente passato da riscattare.
E ci sono i nostri eroi. Che quando vogliono vincere sanno esattamente come si fa.
Avanti l’Effecì.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2025 linterista.it - Tutti i diritti riservati