Italia out da Euro2024, Spalletti: "Ora si riparte da zero. Ringiovanirò ancora la squadra"

Italia out da Euro2024, Spalletti: "Ora si riparte da zero. Ringiovanirò ancora la squadra"
domenica 30 giugno 2024, 14:00News
di Marco Corradi

Per l'Italia è il momento di tracciare dei bilanci, dopo l'eliminazione da Euro2024 contro la Svizzera, e Luciano Spalletti avvia così il suo discorso nella conferenza stampa che chiude l'esperienza azzurra nel ritiro di Iserlohn: "Ringrazio i tifosi per la vicinanza, i calciatori per la disponibilità a tentare ciò che gli ho chiesto e soprattutto lo staff della federazione, per trovare e cercare soluzioni per qualsiasi problema che potesse essere venuto fuori. Il dispiacere va che attraverso i miei risultati non è stato possibile far vedere il loro livello di qualità. Cambierei qualcosa? Questo è un giochino che non faccio, quello di tornare indietro al "sarebbe stato meglio se...". Perché sono stato nella mia vita sempre attento a quello che devo fare successivamente e al mio futuro. Indietro non ci posso tornare, ma cerco di sforzarmi. Posso dire che qualcosa ho sbagliato. Ho tentato di ringiovanire un po' la squadra e, siccome rimango qui, questo sarà fatto ancora di più". 

Nella conferenza di presentazione ha detto che sarebbe stato il miglior Spalletti possibile. Lo abbiamo visto?

"Chiaro che la risposta è no, altrimenti sarei qui a fare discorsi diversi. Mi è stato attribuito di aver alzato troppo i toni e aver fatto uso di miti da seguire, ma questa è un po' stata tutta la mia vita. Ci vogliono esempi da seguire, altrimenti cosa sarebbe il nostro percorso? Ci sono molte cose da dover far vedere e il mio impegno sarà totale, con delle esperienze fatte e delle conoscenze in più. Bisogna essere completi e onesti nel racconto di queste 14 partite. Sono entrato dentro con un'urgenza di risultati e probabilmente siamo stati bravi fino a un certo punto. Non siamo riusciti a crescere in questo percorso e ieri abbiamo fatto un passo indietro importante e inaccettabile. Si riparte da lì e penso di sapere che cosa fare".

Quali saranno i cambiamenti?

"Intendevo dire che attraverso la partita di ieri siamo tornati a zero, e da lì dobbiamo ripartire. Nelle scelte future tenterò di ringiovanire ulteriormente la rosa, per ricreare il prima possibile un gruppo. La gestione di alcune cose, di stare attento alla potenziale mancanza di personalità o alla presenza di leader, non mi hanno dato le risposte che cercavo. Si va a trovare e creare un futuro più giovane, dal basso, che abbia energie e forze nuove". 

Ieri è stata evidente la mancanza di un leader, di qualcuno che fornisse una reazione emotiva. 

"Calciatori del livello di Chiellini e Bonucci diventa difficile doverli trovare, ma si è visto che dando spazio e responsabilità a giocatori come Calafiori si possono ritrovare dei leader importanti all'interno del campo e del gioco, al di là di quello che è stato il passato e l'esperienza in Nazionale. Dobbiamo fare questo percorso e andare dritti, credendo che ci siano responsabilità che passano attraverso il gioco e le azioni, le decisioni in campo su ciò che c'è da fare. Anche senza essere il leader votato a ciò che si devono fare le cose". 

Ieri ha detto che il risultato non è stato scandaloso, cosa intendeva?

"Nell'Europeo noi ci siamo arrivati con una qualificazione meritata e difficile. C'era subito l'urgenza dei risultati. Sapevamo di avere un girone con difficoltà massimali, lo racconta anche la storia delle nazionali che abbiamo affrontato. Nazionali organizzate dal punto di vista dell'esperienza, della maturità e della qualità. Noi siamo, sia come esperienza fatta a livello internazionale che come età media, una delle più giovani delle prime cinque-sei. Addirittura la penultima come presenze dei convocati in questa competizione, ma è una scelta che abbiamo fatto e da cui ci aspettavamo più reazioni e risultati differenti. Fino alle qualificazioni c'è stato un adattamento e una reazione nelle partite che è stata differente da quello che abbiamo visto ieri. Chiaro che si rimane male".

Lei e la squadra vi siete davvero capiti?

"Dopo tutti i goirni e tutti gli allenamenti mi sono sempre confrontato con loro, ho sempre detto che bisogna vedere coi loro occhi e ascoltare con le loro orecchie quando si gestisce un gruppo. Ho parlato con molti faccia a faccia, con loro da allenatore e non ho visto criticità particolari in quello che è stato il rapporto. Se lei sa qualcosa di preciso riguardo a queste tensioni... Troppe istruzioni e gli sono stato troppo addosso? Ho cercato di fare il mio lavoro al 100%, non facendo passare niente. Ho fatto delle prove e delle scelte diverse, ed ho sbagliato. Forse dovrò fare delle analisi riguardo alle sue osservazioni. Son sempre le stesse cose, quando lotti per non retrocedere dalla C1 alla C2 e quando ti giochi certi trofei. Hai il dovere di fare quelle scelte e vivere quei momenti".

Lei è deluso da ciò che ha visto?

"Ho detto in queste conferenze che ero rimasto positivamente sorpreso dalla disponibilità e dalla voglia di accelerare quelli che sono i tempi che si hanno a disposizione per allenare la squadra. Ero di quell'idea fino alla partita di ieri. Contro la Spagna avevano meritato di perdere più di 1-0, però nell'ultimo quarto d'ora avevamo creato due-tre situazioni per pareggiare, mentre ieri non ho visto questa rabbia di riconquistare i palloni o duellare con un avversario che era alla nostra portata e invece ha dominato. Chiaro che le analisi si fanno su tutto, su ciò che è successo precedentemente e nelle precedenti partite. Io mi baso sempre sulle partite e abbiamo fatto troppo poco. Se la risposta è questa, devo fare qualcosa di diverso nelle mie scelte e nelle mie idee sulle possibilità di alcuni giocatori e della rosa". 

Nel documentario sulla vittoria di Euro2020 si vedeva come i giocatori fossero un gruppo unico e unito col sorriso, con un'arroganza positiva nello sfidare i limiti. Qui invece nazionale triste e dimessa, quasi come se fosse un peso giocare questo Europeo. A lungo andare rischia di prevalere questo sentimento?

"Per quanto riguarda l'umore nella squadra era perfetto e correttissimo. Se poi lei si riferisce ai sorrisi plastificati e da cpoertina, io invece mi riferisco alla giusta riflessione su quella che era l'ìmportanza del torneo e dell'Europeo. Abbiamo detto sempre la stessa cosa dall'interno, che stava nascendo un gruppo sano e solido. Non si vanno a dire delle bugie, ma la realtà. Le vostre impressioni possono derivare da tanti elementi ed argomenti, ma io li ho visti tranquilli nelle cose che dovevamo fare in allenamento e al di fuori dell'allenamento. Molto legati, molto amici, molto gioiosi. Nella stanza piena a giocare insieme e fare tornei di qualsiasi tipo. Smentisco dunque che non ci sia stato un reale gruppo. La maglia azzurra è stata vissuta come un peso? Non lo so, però visti i risultati cercheremo di parlarne e di capire, di avere delle risposte a riguardo. Ieri prima di andare via nella riunione della mattina, abbiamo chiesto chi è che non se la sentiva di battere i calci di rigore. Diversi hanno tenuto giù il braccio e si sono tirati indietro, ma va fatto un racconto onesto e sincero da parte vostra. Di polveroni ce ne sono già tanti, non andate a cercare cose che non esistono".

Lei ha avuto un approccio da allenatore al ruolo di ct. Quali sono state le difficoltà? Ritiene che questo vestito le si addica?

"Le differenze sono oggettive. Oggi a un giocatore gli dico una cosa, domani per avere una reazione gli faccio i complimenti, domani ancora lo faccio giocare e poi lo devo valutare diversamente. Qui non lo puoi fare perché non hai tutta quella possibilità di giocare in maniera psicologica con la mente e l'esperienza del soggetto, serve tutto subito. Il vestito me lo son rimesso anche oggi, mi sta benissimo: è uno dei miei brand preferiti (ride, ndr), ma è chiaro che delle differenze ci sono tra un ruolo e l'altro. Se queste differenze hanno portato a delle complicazioni, io stesso dovrò crescere rapidamente per affrontare un'esperienza che mi pone di fronte delle cose nuove e differenti. Spero di riuscirci".