Andiamocene in vacanza, finalmente. Nerazzurri all'Europeo depotenziati dal sistema
Si chiude la stagione sportiva per i nerazzurri italiani impegnati in Germania: finalmente, mi vien da dire. Stanchezza portami via lungo un Europeo giocato senza arte né parte, sacrificando gli uomini in nome del modulo, che poi quale modulo quale che ancora non ho capito, dove un gruppo di calciatori giocava ciascuno per sé stesso, per i fatti propri: gruppo? E cos’è un gruppo? Perché vedendoli vagolare per il campo, scrivo vagolare perché si potrebbe osare anche molto di più ma, sincerità, infierire dopo una prestazione nulla come quella di ieri pomeriggio con la Svizzera mi sembra finanche brutto, mi son chiesto più volte a cosa stessimo giocando.
I nostri eroi, quelli con la seconda stella cucita sul petto, sono stati depotenziati da un sistema - sistema, mah – che li ha visti arrancare spesso e malvolentieri. Irriconoscibile Barella, costretto a cantare e portare la croce, irriconoscibile Dimarco, messo a fare il terzino sinistro perché Spalletti ha scelto, scientemente, di partire con i quattro in linea dietro, irriconoscibile Bastoni, forse il migliore dei cinque ma anche lui, ormai terzo a sinistra in uno schema che conosce perfettamente, obbligato a destra dalle sorprese del tecnico italico, irriconoscibile Darmian, destro naturale sistemato a sinistra perdendo, puntualmente, un tempo di gioco senza parlare di Frattesi, deve studiare o, in alternativa, pelare patate come urlava minacciosamente il mio sergente durante i dodici mesi offerti alla Patria in pieno Friuli, correndo da buon Bersagliere, altro che preoccuparsi di quanto tempo avrà a disposizione nella prossima stagione con l’arrivo di Pietro, perché così hanno raccontato i quotidiani sportivi e non riguardo la visita del suo agente nella sede di viale della Liberazione. Una vera e propria tragedia pallonara ispirata dal buon Luciano da Certaldo che pure ho apprezzato quando si è seduto sulla nostra panchina.
Ora libero spazio al mercato per una sessantina di giorni. L’Inter si è mossa con largo anticipo, contrattualizzando Taremi e Zielinski, lo sa tutto il mondo: la mossa successiva è stata l’acquisizione di un portiere buono non soltanto per la stagione in corso ma, soprattutto, per gli anni che verranno. Sincero: avrei optato, parlando di una pura preferenza personale, per Bento, ho avuto l’impressione di una esplosività maggiore, davvero discutiamo del poco che nulla non è bello. Chi sta nella stanza dei bottoni ha scelto Josep Martinez da Alzira, una ventina di chilometri dal mare, zona di Valencia. Pertanto, mi defilo in ordinato silenzio fidandomi ciecamente di una dirigenza che, negli ultimi anni, ha sbagliato un paio di colpi: sul resto è stata semplicemente perfetta.
Manca, forse, un esterno tuttafascia a destra, ammesso e non concesso che Denzel ci saluti.
Manca, forse, una punta per completare una batteria già forte e completa.
Mancherà, questo è l’unica cosa certa, l’Inter.
Alla prossima, avanti l’Effecì.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati