A Euro 2024 non ha fallito solo Spalletti! Intanto al via del mercato l'Inter è già quasi fatta, quasi però…

La solita furia iconoclasta contro un allenatore della Nazionale, Luciano Spalletti. 

I suoi errori sono stati talmente abnormi da non essere sfuggiti nemmeno a lui, che è sempre stato un po’ presuntuoso. 

Vorrei però che non si dimenticassero le colpe dei calciatori, perché poi in campo ci stanno loro e solo qui in Italia li trattiamo come esseri totalmente eterodiretti, del tutto incapaci di metterci qualcosa di loro.

Al di là di tutte le bordate al Presidente Federale Gravina, come se quelli che l’hanno preceduto li ricordassimo come dei geni, mi rifiuto di credere che Luciano Spalletti, che solo un anno fa aveva stravinto uno Scudetto storico, si sia rincoglionito di botto. Non sa fare il Selezionatore? Può darsi, ma anche i calciatori facciano autocritica, perché non ne ho visto uno fare un urlo in più, una scivolata in più per il compagno in difficoltà. Quindi tutti a inveire solo contro Spalletti, dimenticando che i predecessori Ventura e Mancini non ci hanno portato a due Mondiali consecutivi. Il primo si è ritirato dal calcio, il secondo, pur avendo vinto l’ultimo Europeo, è fuggito in Arabia, ricoperto d’oro. Insomma, sul banco degli imputati ci salgano anche coloro che vanno in campo, perché se quando confronto le facce dei nostri nel sottopassaggio prima delle partite con quelle di croati, georgiani, inglesi, tedeschi o chi volete voi, non vedo l’amor di Patria che mi aspetterei. D’altronde nell’Italia dei Comuni, dove vegetano sfigati che per moda si vantano di tifare per Nazionali estere, magari solo perché non hanno un calciatore del loro club tra gli Azzurri, so di essere superato a scrivere che mi emoziono ogni volta che sento l’Inno di Mameli e che dopo un anno di miliare, perché ai miei tempi si usava farlo, ho scelto di farmi altri dieci anni da Ufficiale Riservista dell’Esercito Italiano, con un paio di richiami ogni anno in ambito Nato, dove ho imparato tante cose, per dedicare del tempo al mio Paese. Ma so di essere fuori moda e quindi passo oltre, passo all’Inter.

Al via ufficiale del calcio-mercato la squadra è quasi fatta!

Con gli arrivi anticipati di Taremi e Zielinski e con quello solo da perfezionare di Josep Martinez, ci sono un paio di mesi per guardarsi attorno e aggiungere magari un trio di calciatori per reparto, visto l’impressionante numero di partite che ci aspettano da Ferragosto a metà luglio 2025: dal Campionato, passando per la rinnovata Champions League, la Supercoppa Italiana, la Coppa Italia, fino al Mondiale per Club saranno undici mesi di gare ufficiali. Una follia, ma si fa finta di nulla: se ne accorgeranno quando magari ci sarà il 30% in più di infortuni in ogni squadra, in campo sempre ogni tre giorni.  

Intanto bisogna sistemare il primo vero esubero, ossia il Tucu Correa, la cui involuzione psico-tecnica è andata oltre ogni aspettativa, poi c’è da capire se tenere Dumfries e/o Arnautovic, ben sapendo che ad ogni uscita dovrà in ogni caso corrispondere un’entrata. 
ù

Intanto il vice Presidente Javier Zanetti dall’Argentina, dove in Coppa America il capitano interista Lautaro Martinez sta facendo gol a raffica, ha annunciato che almeno inizialmente Valentin Caboni rientrerà alla base, ma non credo che il ragazzo ci resterà a lungo, perché davanti ad un’offerta da 30 milioni è anche giusto che vada a giocare: difficile che, davanti a certe cifre, l’Inter riesca a spuntare un diritto di recompra, ma mai dire mai. 
Intanto il cassiere dell’Inter sorride per l’arrivo dello sponsor Betsson da 30 milioni l’anno, da sommare ai 30 milioni di Nike. E non è finita qui, perché bisogna ancora scegliere il retro-sponsor e lo sponsor di manica, senza contare i milioncini di Qatar Airways sui kit di allenamento.

Come sono lontani i tempi dell’insolvente Digitalbits: soldi persi, che nessun contenzioso legale potrà mai restituire.