Cassano: "Marotta all'Inter non conta. Inzaghi? Va cambiato, è una vergogna questo campionato"

Collegato come di consueto sul canale della 'Bobo Tv' di Twitch, l'ex fantasista di Roma e Inter Antonio Cassano ha commentato senza filtri la stagione dei nerazzurri, toccando il tema allenatore: "L'Inter è una cosa allucinante. Da grandi meriti a Inzaghi in finale (di Champions, ndr) il disastro che sta combinando in campionato. Ripeto, una su tre l'ha persa. Disastro. In campionato non puoi, assolutamente. Tutti quanti danno i meriti per l'Inter che è arrivata in finale di Champions e poi dirò agli amici come ci è arrivata, ma è a -20 dal Napoli. È una follia. Ha buttato nel cesso l'anno scorso lo Scudetto con un Milan che ha fatto dei miracoli clamorosi. E quest'anno ha fatto ancora peggio. Se sei a 3-4 dalla fine allora ok, dici 'ok, però te la sei giocata'. Son cinque mesi che sei fuori dalla lotta dello Scudetto. Per me che sono interista è una vergogna"". 

Un piccolo commento anche sull'amministratore delegato del club nerazzurro da parte di FantAntonio: "Marotta, prima di dire Inzaghi resta al 100%, deve iniziare a leggere un po' di calcio. Perché lui e il calcio sono bianco e nero, lui non c'entra niente: parla fa interviste, fa cinema. All'Inter non conta un c...o, sta lì per fare pubbliche relazione. Per me e tanta altra gente interista: io, che sono analista, merito rispetto ma anche ad altra gente. Perché l'Inter non può perdere 12 partite e fare un campionato di m...a. Io Inzaghi, lo ripeto, anche se è arrivato in finale di Champions lo mando via. Perché la Champions è arrivata in una strada abbastanza abbastanza semplice, con un gran c..o, con i gironi, Porto, Benfica e Milan. Però sulla carta era più forte e speriamo e incrociamo le dita per quello che tutti si augurano. Però Inzaghi, anche se vinci, io lo cambio. Perché l'Inter deve andare a testa alta a giocarsi le partite con l'Empoli, la Viterbese, il Benfica. È giusto che Inzaghi, anche se ci fa vincere, venga cambiato. Caro Marotta, bisogna cambiare e non fare cinema".