Caso Acerbi-Juan Jesus, la verità: Inter in silenzio, l'assoluzione (non) lava via tutto

Caso Acerbi-Juan Jesus, la verità: Inter in silenzio, l'assoluzione (non) lava via tuttoTUTTOmercatoWEB.com
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domenica 31 marzo 2024, 09:00News
di Yvonne Alessandro

Francesco Acerbi non è stato squalificato. Il difensore dell'Inter e della Nazionale italiana, accusato di insulti razzisti da Juan Jesus in seguito al match contro il Napoli, è stato assolto dal giudice sportivo Gerardo Mastrandrea. E dopo più di dieci giorni di gogna mediatica il nerazzurro è stato assolto, di nuovo a disposizione di coach Inzaghi per il prossimo impegno di campionato contro l'Empoli. Ma cosa è successo davvero e come si è arrivati a tale decisione?

Il fatto denunciato

È il minuto 59 di Inter-Napoli (17 marzo) quando Juan Jesus si avvicina all'arbitro Federico La Penna e, sfruttando un'interruzione per un calcio d'angolo a favore, riporta il pesante commento: "Acerbi mi ha detto negro - le parole del difensore di Calzona colte su labiale - A me non mi sta bene questo, abbiamo una scritta qui", con il riferimento alla patch antirazzismo sulla maglia indossata.

Il fischietto di Roma si limita ad ascoltare il brasiliano, comprendendo la situazione per poi mediare una tregua tra i due interessati in campo. Dopodiché, a fine partita, lo stesso centrale del Napoli interviene per spiegare ai media l'accaduto: "Cosa è successo con Acerbi? Lui è andato un po’ oltre con le parole ma si è scusato, è un bravo ragazzo e quando la partita finisce è tutto a posto. Spero non accada più perché è un ragazzo intelligente".

Scoppia il caso Acerbi-Juan Jesus

Il giorno seguente Acerbi si reca a Coverciano per prendere parte al ritiro della Nazionale e giocare le amichevoli in programma. Invece il c.t. Luciano Spalletti lo aspetta per una chiacchierata a quattrocchi e chiarire l'accaduto con Juan Jesus. Insieme alla FIGC l'ex tecnico del Napoli rispedisce a casa il nerazzurro, e così ha inizio un'Odissea. Prima l'agente Pastorello prende le difese del suo assistito, poi lo stesso "Ace"  di ritorno a Milano nega ogni espressione di discriminazione razziale nella frase pronunciata al difensore dei partenopei.

La dura replica social del brasiliano non si fa attendere, con l'azzurro imputato di aver cambiato versione a distanza di 24 ore e celare la frase di matrice razzista. Da qui l'unica esplicita presa di posizione dell'Inter, che esprime la volontà chiara di fare luce sull'accaduto insieme ad Acerbi.

L'indagine e il verdetto finale

Il Giudice Sportivo chiede un supplemento d'indagine e la palla passa alla FIGC. O meglio, al capo della procura Giuseppe Chinè che raccoglie materiale video e audio nei tre giorni precedenti alle audizioni dei due calciatori. In videoconferenza l'accusa del brasiliano: "Acerbi mi ha detto: ‘Vai via nero, sei solo un negro’. Ha ammesso poi di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo: ‘Per me negro è un insulto come un altro’". 

Mentre il centrale dell'Inter ribadisce la sua verità: "Non ho mai pronunciato frasi razziste, Juan Jesus mi ha frainteso". Nel frattempo il club nerazzurro incontra il proprio giocatore, consigliando di non rilasciare alcun commento o dichiarazione fino alla sentenza. E il giorno della verità arriva: il giudice Gerardo Mastrandrea chiude il caso con l'assoluzione di Acerbi per mancanza di prove, come spiegato nel comunicato emesso.

Il rischio di maxi squalifica, fino a 10 giornate di stop, per violazione dell'articolo 28 del codice di giustizia sportiva svanisce nel nulla. Ora Acerbi è libero di tornare a giocare dopo una sosta nazionali da incubo, ma questo episodio (al netto di casi precedenti altrove) è destinato a segnare indelebilmente il calcio italiano.