Adriano: "Sono il più grande spreco del calcio. Vivo nella favela, bevo ogni giorno"
"Tu lo sai cos'è essere una promessa? Io sì. Compreso una promessa mancata. Il più grande spreco del calcio: io. Mi piace questa parola, spreco. Non solo perché suona bene, ma perché mi piace un sacco sprecare la vita. Sto bene così, in un frenetico spreco. Mi piace questo stigma". Inizia così la lunga lettera di Adriano a The Players Tribune, dal titolo "Lettera alla mia favela".
Qui l'Imperatore racconta il suo ritorno nel quartiere, dove vive tuttora: "Non faccio uso di droghe, anche se provano a dimostrarlo. Non sono un criminale, però certo, avrei potuto esserlo. Non mi piace fare serata. Vado sempre allo stesso posto, il chiosco di Naná. Se vuoi trovarmi, passa di là. Sì, bevo tutti i giorni, spesso anche nei giorni in cui non bevo. Perché una persona come me arriva a bere quasi tutti i giorni? Non mi piace dare spiegazioni agli altri. Ma eccone una. Perché non è facile essere una promessa rimasta incompiuta. Soprattutto alla mia età.
Mi chiamano l'Imperatore - prosegue l'ex nerazzurro -. Immagina un po'. Uno che è venuto dalla favela per essere chiamato Imperatore in Europa. Chi me lo può spiegare, caro mio? Io ancora non l'ho capito. Forse non ho fatto poi così tante cose sbagliate, giusto? Tanta gente non ha capito perché ho abbandonato la gloria dei campi per restare qui seduto a bere, come se fossi apparentemente alla deriva. Perché a un certo punto ho voluto così, ed è una decisione difficile da tornare indietro. Ma non voglio parlarne ora. Voglio che mi accompagni in un giro dei veri fratelli. Vivo a Barra da Tijuca da tanti anni. Ma il mio ombelico è radicato nella favela. Vila Cruzeiro. Complexo da Penha".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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