La Champions intelligente dell’Inter ma ora arriva il Napoli che si è riposato
L’euforia per la vittoria contro l’Arsenal sta contagiando i tifosi, convinti dai risultati, ancora più che dalle prestazioni, che l’Inter di questa stagione, col tempo stia solidificando, evolvendo, correggendo.
Premessa:
Mi sono speso in tante occasioni per criticare aspramente questa Champions dal formato frastornante.
E’ una posizione personale che so non essere condivisa da tutti, ma è zeppa di anomalie che non esaltano sempre le squadre più forti. Il fatto che il Brest sia secondo, insieme al Monaco dopo quattro giornate, mentre Real, Bayern e PSG siano dal 17° posto in giù può essere divertente ma implica che il modello non premi necessariamente le squadre più forti ed esalti più la forma fisica.
Il numero di partite infinite, con le Nazionali che contribuiscono a rompere i loro stessi giocatori e gli impegni col club sempre pressanti ci portano a vedere sfide che sembrano fantastiche ma in un numero talmente elevato, con una posta in palio limitata ai soli 3 punti, da annacquare l’attesa e l’emozione di sfide altrimenti bellissime. Rispetto alla Champions del passato prepari otto sfide diverse, invece che con tre avversari su cui modellare la strategia per passare il turno e questo sembra disorientare molti giocatori.
Sarebbe un format avvincente se i Campionati fossero almeno a 18 squadre e si potesse preparare una sfida in modo ottimale invece di finire nel tritacarne.
Un esempio viene proprio da ciò che è accaduto all’Inter, la quale ha vinto e siamo tutti contenti. In Inghilterra si è parlato addirittura di una mancanza di rispetto da parte di Inzaghi verso l’Arsenal, perché schierava una formazione senza Dimarco, Thuram, Barella, Mkhitaryan e Bastoni (oltre ad Acerbi che viene da un infortunio). Un’osservazione che dal loro punto di vista è pertinente ma poco onesta e forse solo stucchevolmente provocatoria che cozza con la realtà.
L’Inter domenica ha il Napoli, riposatissimo e al completo, ed è stata costretta a fare delle scelte che andavano contro il suo stesso interesse. Se avessimo un campionato a 16 squadre ci si potrebbe permettere di avere una rosa completa ma più bassa di numero e anche meno onerosa. Vedremmo grandi partite, invece di Inter-Venezia in cui la squadra ha testa e corpo protesi agli impegni successivi, puntando al risparmio di energie ma trovandosi poi costretta a dare tutto e giocando inevitabilmente male.
Le uniche due squadre in contro tendenza sono Liverpool e Barcellona che stanno dominando nei rispettivi Campionati e vanno bene anche in Champions. C’è da chiedersi se la loro energia durerà anche i prossimi mesi o pagheranno qualcosa successivamente. Esattamente come l’Atalanta, candidata ad andare fino in fondo in Champions ma anche ad insidiare l’Inter per lo scudetto, tanto quanto il Napoli.
Quel Napoli che domenica a San Siro riproporrà Conte in panchina, per la prima volta dopo il suo addio, da avversario. Continuo a pensare che il modo in cui ha lasciato improvvisamente l’Inter, senza terminare il ciclo, dando il segnale che l’Inter non potesse più competere ad alti livelli, pretendendo e ottenendo una cifra enorme di buona uscita, resti una pagina sgradevole della sua carriera.
Peggio ancora Lukaku, che si è rivelato essere un mercante di sé stesso, giocando con le promesse verso la società e mostrando assoluta indifferenza verso l’Inter, i tifosi e soprattutto i suoi ex compagni (chiedere a Lautaro che cosa pensi di quello che è successo). Un livello così basso di un giocatore all’Inter si è visto raramente.
Forse mai.
Oggi sono avversari feriti dalla sconfitta netta con l’Atalanta, con un Napoli che giocherà di rimessa, colpendo con il dinamismo di Gilmour e Mc Tominay, la qualità di Kvara, le sponde dello stesso Lukaku e gli inserimenti dei centrocampisti e la qualità di Politano. Buongiorno è un giocatore di alto rendimento su cui sarebbe valsa la pena fare un investimento.
L’Inter tornerà alle certezze della formazione titolare, forse persino con Acerbi dal primo minuto.
Quello che è evidente è quanto sia fondamentale Calhanoglu. Il livello che ha raggiunto è straordinario e per far capire quanto sia prezioso un giocatore di livello altissimo in quel ruolo basta vedere il rendimento del City senza Rodri o del Real senza più Toni Kroos o del Modric più giovane. Così come quando il Barcellona ha perso Xavi e Iniesta. L’Inter in cabina di regia ha provato Asllani, Zielinski e Barella ma nessuno ha la visione di gioco del turco e il fatto che domenica sera il gioco passerà da lui è di certo il fatto più incoraggiante.
Amala
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