Non è tempo di svendite. Tizio se ne vuole andare? Porti i soldi e se ne vada

Non è tempo di svendite. Tizio se ne vuole andare? Porti i soldi e se ne vadaTUTTOmercatoWEB.com
domenica 23 giugno 2024, 18:56Editoriale
di Gabriele Borzillo

Sarà perché ormai sono abituato a leggere di stravolgimenti e maremoti che potrebbero inghiottire l’Inter, sarà perché nelle ultime stagioni molti se ne sono andati, alcuni salutati distintamente altri meno ma questo fa parte di scelte personali, di gnegnegne gioco poco, di spiagge lungo la Senna, le famose spiagge lungo la Senna note in tutta la Via Lattea, sarà per quel che vi pare, insomma, ma a me il calciomercato, oggi come oggi, non smuove assolutamente nulla. E per nulla intendo nulla, nulla totale aggiungo. Tizio se ne vuole andare? Porti i soldi e se ne vada, dove sta il problema? Potrà far storcere il naso, soprattutto agli haters di Simone o di Marotta, quello mandato dalla Juve per distruggerci, ricordate? ma con la politica del non si cede nessuno però se ci sono le condizioni si cede e chi vuole andarsene lo può fare, con poche soddisfazioni personali aggiungo ma, di fronte a determinati ingaggi, le soddisfazioni personali vanno beatamente a farsi un giro, l’Inter ha portato a casa trofei, gioie, qualche dolore che ci sta quando giochi a pallone e non solo, miglioramenti importanti dal punto di vista finanziario, creando un gruppo formato non solo da calciatori ma, in primis, da amici, ragazzi che si incontrano fuori dal campo con le rispettive famiglie per trascorrere insieme serate, pomeriggi, magari vacanze. Sia chiaro, senza mulini di alcun colore, quelli appartengono ad altre mitologie: tuttavia è lampante che ad Appiano si respiri aria salubre come non accadeva da molto, moltissimo tempo.

Quindi sì, ripetiamo il concetto senza esasperarlo per farlo comprendere e, soprattutto, digerire: all’Inter, parliamo di noi ma il discorso vale per chiunque, qualunque Società al mondo comprese quelle che spendono mucchi di denaro con sponsor munifici nonostante vincano poco nell’Europa che conta, dire niente sembra brutto anche se è la cruda verità, accontentandosi del campionato statale e, nemmeno tutti gli anni, della coppa nazionale, di fronte a offerte indecenti ci si siede al tavolo delle trattative. Il calcio è diventato questo, un consesso di economisti, piaccia o meno.

Dunque, detto nemmeno troppo tra le righe, sarei eventualmente preoccupato dalla partenza, che so, del Calha di turno? Risposta diretta: assolutamente no. Quando si parla di cifre consistenti, perché si deve parlare di cifre consistenti, non di saldi e svendite, l’incedibilità diventa un concetto idealistico, la storiella delle bandiere una storiella, nulla più. Anche perché, parlano i risultati mica il sottoscritto, l’Inter ormai da qualche anno è ai vertici del calcio nostrano, godendo di reputazione importante anche all’estero. Il tutto tra improbabili griglie di partenza, cessioni più o meno illustri che come faremo a sostituirle, fughe verso lidi ricchi e potenti, vincenti mica troppo, rivoluzioni e problematiche economiche ormai sopite, tu guarda, con l’arrivo di Oaktree.

Partirà qualcuno? Personalmente me ne farò una ragione. Anzi, il mio suggerimento è di farcene una ragione tutti quanti: abbiamo dirigenti capaci, un tecnico ormai cresciuto, un gruppo forte e coeso.

Alla prossima, avanti l’Effecì.