Niente prestiti, se ci crede li vuole con sé: la linea di Inzaghi con i giovani
In questi primi giorni di mercato i nomi di Tomas Palacios e Tajon Buchanan sono alcuni di quelli sui quali è lecito chiedersi: rimarranno? Oppure verranno valutati per loro dei prestiti, per farsi le ossa, crescere ed avere quello spazio e continuità di prestazioni che per ovvi motivi all'Inter non possono (ancora) avere?
La linea di Simone Inzaghi, fin dal suo insediamento all'Inter, con i giovani sembra essere stata chiara: se crede che abbiano i margini per inserirsi negli schemi nerazzurri e dare il loro contributo nel medio-termine, allora li vuole con sé, per lavorarci.
Può sembrare un paradosso in molti casi perché da fuori la gente si può chiedere: ma ha senso parlare di crescita per un giocatore nonostante vada costantemente in panchina, senza mai avere davvero spazio per giocare? In realtà un senso lo ha. Quando l'Inter gioca come sa, mostra meccanismi ben oliati e di certo non così facilmente intuitivi per tutti o assimilabili in poche settimane, soprattutto per chi arriva da altri Paesi o continenti. Parliamo dei movimenti con e senza palla, al di là delle qualità individuali, della personalità e tutto il resto. Su di essi l'Inter ha costruito la vittoria di numerosi trofei: se applaudiamo certe vittorie dove si vedono a tratti i tre centrali di difesa che agiscono dalla trequarti in su, non è perché ognuno faccia quello che gli passa per la testa, ma proprio perché ci sono delle sincronie ben precise da rispettare come squadra e delle situazioni provate e riprovate in allenamento.
Il ragionamento dunque è: andando a giocare in prestito, un giovane può senz'altro crescere singolarmente, ma siamo sicuri che dopo un anno, tornando all'Inter, sarà maggiormente pronto a garantire il livello dei compagni?
Il caso-Asllani è emblematico: dal suo arrivo nell'estate 2022 spesso si sono sentiti discorsi simili a quelli che oggi si fanno per altri, ma Inzaghi ci ha voluto continuare a lavorare da vicino, senza mandarlo mai in prestito. Va da sé che poi i giovani ci debbano mettere del loro per farsi trovare pronti quando vengono chiamati in causa e che lo stesso Asllani davanti abbia un pilastro insostituibile come Calhanoglu. Il suo è un caso più particolare che ancora non ha avuto un lieto fine.
L'esempio più calzante, anche se era meno acerbo al suo arrivo, è forse quello di Bisseck: nelle prime 14 partite all'Inter, era stato utilizzato in Serie A appena per 12 minuti, per poi entrare in pianta stabile nelle rotazioni.
Anche Dimarco al suo ritorno a Milano non era esattamente un vecchietto: aveva 24 anni e nelle prime 22 partite è partito dalla panchina in 15 casi dovendosi accontentare spesso di scampoli finali (due volte è rimasto seduto 90 minuti). Al tempo non era ancora la colonna che è oggi, Inzaghi però ci credeva e ci ha lavorato. Poi Dimarco ha fatto quello che deve fare un giocatore che vuole restare all'Inter mettendoci decisamente del suo.
Ecco, in questi giorni circolano le notizie di alcune richieste di prestito per Buchanan, mentre per Palacios la domanda sorge spontanea per lo scarso utilizzo che sta trovando in campo. Il fatto che l'Inter non sembri intenzionata, in accordo con i giocatori, a farli partire in prestito, deve essere letta dunque come una buona notizia per i giocatori stessi. Poi ogni caso è da valutare e questo ragionamento non è da tradurre con la deduzione per la quale chi invece parte in prestito sia stato bocciato. Magari per lo stesso Palacios da qui a gennaio verranno prese scelte diverse, dato che il mercato ha mille imprevedibili pieghe. Sicuramente che sia meno pronto a dare il suo contributo nell'immediato, quello sì.
La costituzione dell'Inter Under 23 ed i rumors sui molti talenti giovani che l'Inter sta osservando per comporla verranno sicuramente incontro alle esigenze del club: la Juventus dimostra che la squadra-riserve può essere una bella palestra per i ragazzi ed anche una fonte di creazione di patrimonio per la società. Anche per andare sempre di più nell'ottica che vuole Oaktree, di una squadra più verde e che si autoalimenta: per restare al caso citato, nelle casse bianconere sono piovuti quasi 90 milioni solo dalle cessioni dei giocatori provenienti dalla Juve Next Gen, i vari Soulé, Huijsen, Barrenechea e gli altri. I giovani in questo modo non rischiano di perdersi per strada trovandosi a lottare in realtà magari enormemente distanti geograficamente o sportivamente dall'Inter, per dire.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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