Frattesi via, ma mai in saldo. Roma, decide l'Inter: da Koné a Mancini e non solo
I fatti sono questi: Frattesi non ha ancora aperto bocca - chissà se lo farà in questi mesi - e al momento, pubblicamente, nemmeno l'Inter.
Ciò non toglie la visitina di cortesia di Florent Ghisolfi a Milano ieri: "Posso dire che Frattesi è un buon giocatore, anche lui è in figlio di Roma", ha detto il direttore tecnico giallorosso a ridosso del derby contro la Lazio. Prima che trapelasse questa indiscrezione della sua toccata e fuga nel capoluogo lombardo. E insieme a lui in missione, per provare a tessere la ragnatela di rapporti e corteggiamenti con l'agente (Giuseppe Riso), c'era anche un certo Lorenzo Vitali. Piccolo retroscena e precisazione: il futuro CEO del club capitolino.
Ora, che la Roma fosse interessata a riportare all'ombra del Colosseo Frattesi ormai era chiaro. E non serve fare 1+1 per arrivare a capire che blitz sia stato operato dal management giallorosso in "casa" Inter. Ma i mal di pancia di Frattesi confessati al suo procuratore negli ultimi giorni hanno fatto capolino adesso nonostante fosse già presente dalla scorsa estate un certo je ne sais quoi di insoddisfazione personale.
La verità, almeno dalle voci che stanno circolando all'impazzata, è che vuole andare via dall'Inter: Davide vuole spazio, vuole sentirsi importante e valorizzato. E più di ogni altra cosa, vuole giocare.
Ci sarebbero tanti discorsi e ragionamenti moralisti da fare, eppure sono due le questioni: 1) Nessuno vieta a Frattesi di partire, 2) Non esistono giocatori insostituibili. Ok, nessuno del mondo interista vorrebbe veder partire il bomber della Nazionale, probabilmente nemmeno sotto fustigazione, perché quello che ha fatto la scorsa stagione - da vedere e rivedere il gol nel derby del 5-1 sul Milan oppure le vittorie al fotofinish contro Verona a San Siro e Udinese fuori - è valso letteralmente una fetta considerevole di torta al cioccolato con panna montata, due stelle come decorazione e una ciliegina sulla torta. Per chi, come Frattesi, non è nemmeno stato un titolare.
Ma non sarà l'Inter a ritrovarsi nella posizione di dover pregare in ginocchio un giocatore, chiedendogli di continuare a difendere la maglia nerazzurra con lo Scudetto appuntato sul petto e le mani giunte. No, affatto. Quindi finché il ruolo da dodicesimo uomo gli starà stretto, ancor di più con l'inserimento di Zielinski nei meccanismi di rotazione di mister Inzaghi, ci sarà poco da fare. E sempre l'Inter, seppur disposta a privarsi di Frattesi dopo appena un anno e mezzo, non ha la minima intenzione di regalarlo. Di servirlo su un piatto d'argento alla prima avance o offerta, tra l'esborso di circa 32 milioni operato e una valutazione del cartellino che ormai tocca quota 70 milioni almeno per chi di nome fa Napoli e Juventus.
La Roma sta provando ad insinuarsi. Facendo leva sul nervo scoperto dell'Inter, oltre che sul desiderio intimo di Davide non solo di brillare da prima scelta ma anche di tornare nella sua città. "Nord, sud, ovest, est? Starò cercando lei o forse me?", racconta Max Pezzali. Ma il richiamo di casa potrebbe includere entrambe le cose. Là dove ha vissuto attimi incancellabili tra le giovanili giallorosse, alla Roma diventerebbe automaticamente il beniamino, scegliendo di consegnare una volta per tutte il suo cuore alla città eterna.
L'Inter è stata chiara con la Roma: volete Frattesi? La preferenza va ad un'offerta cash da almeno 45 milioni. Per abbassare il costo dell'operazione i giallorossi hanno provato la carta Cristante come contropartita, assolutamente lontano dalle necessità di Ausilio & co. Le valutazioni sono in corso e ci sono diversi nomi a intrigare, da Manu Koné, che è in prestito con obbligo di riscatto dal Borussia Monchengladbach, francese che diventerebbe una pedina differente rispetto al ventaglio di opzioni a disposizione nella zip di centrocampo. Passando per N'Dicka e Mancini, che di fatto darebbero nuova linfa alla difesa, sfiorita con Acerbi e gli acciacchi fisici prolungati.
C'è da sottolineare un aspetto: la Roma ha spedito Le Fée al Sunderland, cessione da prestito con obbligo di riscatto che scatterà se raggiungerà la promozione in Premier League. A quel punto i capitolini avrebbero 23 milioni liquidi da presentare all'Inter e, con l'aggiunta di un cartellino di gradimento di Viale della Liberazione, l'affare potrebbe davvero prendere forma. A patto di rispettare le condizioni dei nerazzurri, ma un accordo sulla formula si potrebbe anche trovare.
E i debiti della Roma? Puf, scomparsi come per magia? Con la possibilità di rimanere estromessi dalle competizioni europee?
Beh, non sarebbe la prima né l'ultima volta che un club riesca ad aggirare il conto in rosso per raggiungere i propri obiettivi, pur tenendo conto del grado di rischio e delle eventuali conseguenze annesse. Magari con qualche cessione condizionata si potrebbe provare ad avvicinarsi alla soglia richiesta, anche se il rosso da oltre 600 milioni pesa come un macigno. Ma per riportare a casa un figlio di Roma... si può correre il rischio.
A meno di colpi di scena o dietrofront di Frattesi, è più probabile un blitz estivo. Fermo restando che l'Inter non intende concedere alcuno sconto.
O così, o niente.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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