Stramaccioni avvisa l'Inter: "Dimarco e Dumfries decisivi, ma occhio alla Juve"

Andrea Stramaccioni è stato il primo tecnico nerazzurro ad espugnare lo Juventus Stadium, il 3 novembre 2012, e alla vigilia della sfida viene intervistato dalla Gazzetta dello Sport per presentare Juve-Inter. Di seguito le sue parole e la sua analisi: "Oggi come allora non punterei sulla giocata di un singolo: per i tre punti serviranno pazienza e spirito di gruppo. Clima teso? Sì, ma per la posta in palio e il blasone della sfida. Quanto alle ultime tensioni, condivido le parole di Antonio Zappi (presidente dell’Aia, ndr): il protocollo è palesemente da aggiornare e integrare perché presenta dei punti che non convincono nessuno".
L’ultimo Inzaghi era elettrico come mai e la sua Inter in campo sembrava un fascio di nervi.
"Lo capisco e ci sta, Simone è sempre stato un passionale anche da giocatore, la gara con la Fiorentina era una cruciale dopo il 3-0 di Firenze e il Napoli aveva anche pareggiato al Maradona. A volte alzare l’asticella del temperamento trascina tutto l’ambiente".
La Juve è in fiducia, tre vittorie di fila, ultima quella sul Psv. Con l’Inter bivio verità?
"È un test molto importante, quattro delle prime cinque si incontrano e la Juve deve convincersi di poter tornare grandissima con una consapevolezza che passa attraverso gare come questa. Ha le qualità per giocarsela contro chiunque, finora è mancato un pizzico di continuità".
Il derby di Italia cade in mezzo al playoff di Champions bianconero, mentre l’Inter ci arriva senza infrasettimanali a cento giorni dall’ultima volta: cosa inciderà di più?
"È un momento della stagione dove si ragiona partita per partita, nessuno avrà testa e concentrazione... lontano dallo Stadium. Certo, non è male per l’Inter poter respirare in una fase così intensa".
Torniamo al 2012: la Juve sfiora il raddoppio con un inserimento di Marchisio sul quale Handanovic fa il miracolo. Domani si deciderà a centrocampo?
"In quella Juve Pirlo, Marchisio e Vidal erano dominanti e complementari fra loro, Zanetti e Cambiasso sapevano come gestire e vincere queste gare. La battaglia in mediana può incidere domani: occhio a Koopmeiners, quando sei un giocatore di livello internazionale e il tuo rendimento è inferiore al tuo valore queste sono le serate giuste per invertire la rotta. Per l’Inter dico Calhanoglu, ha avuto una stagione travagliata per gli infortuni e in più era il grande assente dell’andata".
A proposito, l’Inter di Strama pareggiò con un rigore di Milito e Calha, lo specialista di oggi, atleticamente soffre parecchio dopo l’ultimo infortunio…
"Ma può gestire la corsa con intelligenza ed esperienza. Le sue qualità sono solo supportate dalla parte atletica, perché il livello della sua prestazione passa dall’interpretazione mentale e dalla qualità delle giocate".
Ancora Milito: ribaltone. Al suo erede Lautaro quest’anno manca ancora una grande serata contro una grande avversaria, un po’ come a tutta l’Inter.
"A Lautaro non manca niente! È bi-campione d’Italia e vicecampione d’Europa con l’Inter, ha vinto Copa America e Mondiale con l’Argentina: conosce queste sfide e avrà la solita fame e voglia di trascinare l’Inter".
Nagatomo serve Palacio ed è 3-1, l’Inter domani ritrova Dumfries e Dimarco, assenti nel 2-1 alla Fiorentina.
"Quando giochi a 3 contro una squadra che occupa il campo con i 4 difensori e le 2 ali larghe come fa la Juve, il lavoro dei quinti è sempre decisivo, perché chiamati a tante letture tattiche importanti. Dumfries e Dimarco sono fondamentali, Motta sviluppa da sempre molto del suo gioco sulle catene laterali: sarà una zona chiave".
Chiudiamo col presente. Juve-Inter sarà anche il derby dei Thuram: impressioni?
"Khephren mi piace davvero molto, quando ha avuto continuità ha fatto vedere la sostanza e l’incisività del suo contributo, il futuro è suo. Marcus è un attaccante straordinario, da gol pesanti anche in partite di vertice. Sarà un faccia a faccia bellissimo".
All’andata è finita 4-4. Con un Kolo Muani in più nel motore della partita, che serata si aspetta a livello offensivo?
"Kolo Muani è in forma strepitosa, ed è un attaccante scomodo da marcare soprattutto per una difesa a tre: è abilissimo a leggere gli spazi da attaccare. Lo ha già dimostrato tre mesi fa, proprio in coppia con Thuram a San Siro contro la Nazionale…".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2025 linterista.it - Tutti i diritti riservati