Malesani. "Baroni speciale. Nel calcio poca meritocrazia, ma era destinato ad arrivare al top"

Malesani. "Baroni speciale. Nel calcio poca meritocrazia, ma era destinato ad arrivare al top"
Oggi alle 08:24Rassegna Stampa
di Marco Corradi

Alberto Malesani ha lanciato Marco Baroni da giocatore nell'Hellas Verona e l'ha avuto come vice nelle fila degli scaligeri, quando iniziò la carriera extra-campo dell'attuale tecnico della Lazio. Di seguito le sue parole ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "È una persona talmente speciale. Entrai subito in empatia con lui, perché quando hai a che fare con una persona intelligente e sensibile è facile. Poi aveva esperienza da giocatore ad alto livello. Il feeling calcistico è stato immediato. Poi un’altra caratteristica, ancora più importante: Marco era ed è umile, e l’umiltà è merce rara, oggi tutti si credono fenomeni. Lui vuole mettersi sempre in gioco, approfondire e imparare. È un punto a suo favore".

Pensava che si trovasse così in armonia con l’ambiente laziale?

"Sì, facevo il tifo perché andasse alla Lazio perché ha un presidente che tutti gli allenatori vorrebbero. Lotito non è umorale, ti dà la possibilità di sbagliare, non è uno che al primo inconveniente ti cambia. Ha la pazienza di aspettare, avevo capito che era la scelta giusta. Alzava l’asticella come obiettivo, finalmente era in una grande squadra".

A questo punto della stagione si può dire che sia vera gloria quella di Baroni e della Lazio?

"Più indizi fanno una prova, Marco è riuscito velocemente a trovare la quadra e penso che sia un’annata buona quella della Lazio. L’ho vista anche contro l’Ajax: sa stare in campo molto bene. Mi piace molto l’equilibrio. La Lazio non ha alti e bassi nella stessa partita".

Le etichette assegnate a Baroni nel passato possono venire stracciate?

"Non è questione di etichette. Oggi non c’è tanta meritocrazia, scalare la vetta è più difficile e Marco ce l’ha fatta. Ha fatto un percorso simile al mio partendo dal settore giovanile, che ti fornisce l’esperienza. Magari un po’ ritardo, perché lo meritava prima, ma adesso è arrivato nel posto giusto al momento giusto. Lui era destinato ad arrivare".