Jonk sull'Inter: "Numeri così li ha chi arriva fino in fondo alla Champions"

L'ex centrocampista dell'Inter ed oggi vice-ct di Ronald Koeman nella nazionale olandese, Wim Jonk, ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport per parlare della sfida di oggi dei nerazzurri contro il Feyenoord: "Nel calcio non c’è situazione più scomoda di affrontare chi non ha più niente da perdere, anche se la squadra di Inzaghi e quella di Van Persie sono di due categorie diverse…", esordisce.
Che percentuale di passaggio del turno dà ancora al Feyenoord?
"Se devo essere razionale, è chiaro che penso che non ci saranno problemi per l’Inter… Ma se segnasse nel primo tempo il Feyenoord, come ha fatto il Monza sabato, poi che succederebbe? Tra l’altro, qualcosa di simile l’abbiamo vissuto a Milano più di 30 anni fa…".
A cosa si riferisce?
"Quarti di finale della Uefa 1993-94, giochiamo l’andata a Dortmund contro il muro giallo e vinciamo 1-3: è la mia migliore partita interista, due gol in inserimento e poi il terzo di Shalimov. Al ritorno, in casa, non gioco per il limite degli stranieri in campo, ma forse siamo troppo convinti e andiamo sotto 0-2. Rischiamo seriamente il disastro, poi ci salva Manicone! Quel Borussia, però, non è come questo povero Feyenoord, che paga davvero troppi infortuni e fa orgogliosamente quel che può: ha recuperato Read, squalificato all’andata, ma ora anche Paixão ha problemi fisici".
Anche questa Inter, però, è diversa dalla sua?
"Noi viaggiavamo sulle montagne russe, giù in campionato e su in coppa Uefa. In Serie A c’erano troppe pressioni e un po’ di negatività, ma in Europa riuscivamo a giocare liberi e a volare. Questa Inter di oggi è molto più stabile della nostra: razionale, affidabile, non ti tradisce mai. Non a caso è in corsa su tutti i fronti e, quando arrivi a questo punto, non scegli più. Non puoi risparmiarti in una competizione e impegnarti in un’altra, ma provi a vincerle tutte. Questa Inter può farcela davvero".
Cosa l’ha colpita nell’andata di Rotterdam?
"Che l’Inter sia una grande squadra si è visto proprio lì: non ha fatto bene nel primo tempo, ha creato pochino, il Feyenoord avrebbe potuto essere più pericoloso, ma poi dopo il gol di Thuram, e che gol, ha governato la partita alla grande. È segno di esperienza e maturità: non serve sempre dominare, soprattutto nelle sfide a eliminazione diretta, a volte basta gestire con intelligenza".
Quale è il vero segreto della squadra di Inzaghi?
"Sembrano un gruppo di giocatori arrivati tutti al momento giusto di crescita e pronti a raccogliere qualcosa di grande. Per il mio lavoro e per la presenza di Dumfries e De Vrij, vedo praticamente tutte le loro partite: ci sono individualità come i due attaccanti spietati, Thuram e Lautaro, o come gli esterni Dimarco e Denzel, tra i migliori in circolazione nei loro ruoli, ma quello che ti ruba l’occhio è proprio la squadra. Il sistema. In ogni momento, sanno come comportarsi con la palla e senza. Quando serve giocano semplice, ma sanno fare anche cose molto difficili…".
Quanto pesa quell’uno alla voce gol subiti?
"Numeri così ce li ha chi di solito arriva in fondo. L’Inter ha la migliore difesa della Champions, ma poi davanti ti fa male in tanti modi: possono segnare tutti, a partire dai centrocampisti di inserimento come Barella. Se dovesse esserci davvero Bayern-Inter ai quarti, sarebbe una sfida tra giganti candidati alla vittoria finale. Un incrocio in cui potrebbe succedere di tutto".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2025 linterista.it - Tutti i diritti riservati