Inter nel G8: tornare a Monaco si può. Inzaghi, duecento volte due gol a partita: non è normale

L’Inter tra le otto grandi d’Europa. Ci era arrivata - anche in top 4 a dirla tutta - al termine della fase campionato e ci torna dopo il successo sul Feyenoord che apre le porte alla volta di Monaco di Baviera. Non è una città come le altre, in questa edizione della Champions League, ma sarà il teatro dell’ultimo atto, la gran finale che per l’Inter non è un miraggio.
Il Bayern, tanto per cominciare, non sarà un avversario da sottovalutare: benvenuti nel mondo delle banalità, vista la storia dei tedeschi. Ma è un tema di attualità: le ultime uscite dei tedeschi hanno dimostrato che la formazione di Kompany è tornata ad esprimersi ad alti livelli, strapazzare il Leverkusen non è cosa da tutti i giorni. L’Inter ci arriverà forte del miglior piazzamento in quella che si può considerare la regular season: a oggi, la grande favorita di questo lato del tabellone - dall’altra parte c’è il Real, che avrà con l’Atletico il principale ostacolo verso la finale - è proprio l’Inter. Non certo per i soldi investiti sul mercato (molti meno rispetto alla concorrenza), né per grazia acquisita. Per meriti, per i numeri. Per il lavoro dell’allenatore.
Simone Inzaghi non si vede riconosciuti - non parliamo di dirigenza, non più da un po’ di tempo - i meriti. L’ha detto tra le righe e anche fuori, senza puntare il dito verso qualcuno. Con il Feyenoord ha festeggiato nel migliore dei modi la sua panchina numero 200 in nerazzurro: in questo lungo lasso di tempo, la sua squadra ha vinto due gare su tre, ha segnato in media due gol a partita. Non sono numeri normali, e infatti non c’è nessuno nella storia dell’Inter che li abbia paragonabili. Non lo sono, soprattutto, se si pensa a come tutto è iniziato: sembrava la fine, quando Conte mollava tutto urlando. Era solo l’inizio di un ciclo tra i più belli nella storia dell’Inter. Che merita un coronamento.
P.s. Piccola nota a margine poco interessante: da questa settimana, il sottoscritto è il nuovo direttore editoriale de L'Interista. Spiace per i lettori.
Ironia a parte: proveremo a farvi divertire, ad aggiornare, a raccontarvi tutte le ultime e anche qualche punto di vista diverso dal solito. Ad accompagnarvi come gioca l'Inter, nel migliore dei modi.
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