Sabatini: "Inter? Ora ha 8 punti invece dei 15 dello scorso anno. E allora? Esaminiamo i motivi senza urlacchiare"

Sabatini: "Inter? Ora ha 8 punti invece dei 15 dello scorso anno. E allora? Esaminiamo i motivi senza urlacchiare"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Ieri alle 15:51News
di Marta Bonfiglio

Fuori dalla mischia le cose si analizzano un po’ meglio. Lo sostiene Walter Sabatini, sulle colonne di Libero, agli sgoccioli del suo anno più infernale: "Mi sto riprendendo. Sono stato in coma farmacologico 25 giorni, mi hanno imbottito di cortisone e non avevo più i supporti muscolari giusti, così mi sono fratturato una gamba. Poi mi si è spostata una vertebra e ora cammino male e non posso ancora andare allo stadio, cosa che mi manca perché dalla televisione è tutta un’altra cosa. Glielo racconto perché la vita va sviscerata tutta, anche nel dolore. Ma ora parliamo di calcio, ok?".

Certo che sì. Ne ha voglia?
"Da matti. Quello è il mio mondo e non vedo l’ora di rialzarmi e riprendere. Ho bisogno di calcio perché ho bisogno di stress".

Partiamo dalla sua Roma? 

"Mi ha dato un dolore immenso, una pugnalata al cuore. Quando ho saputo che avevano fatto fuori un uomo come De Rossi, sono rimasto allibito. Un’infamia, una cosa vergognosa fatta da gente che non ha minimamente capacità di analisi calcistica".

Solo a Roma? 

"Magari. No, in generale alcun dirigenti capiscono veramente poco di calcio e intervengono in situazioni che non sono il loro pane. Una roba infamante, come si fa non capire che l’allenatore Daniele stava migliorando la squadra?".

Spostiamo il discorso sui campioni in carica, sull’Inter? 

"Leggo o ascolto in tv: hanno 8 punti in cinque partite invece dei 15 dello scorso anno. E allora? Esaminiamo i motivi senza urlacchiare: questi punti in meno sono figli soltanto di distrazioni difensive e di una fragilità strana, certo da correggere. L’Inter è la squadra più forte del campionato ma se recupera e mette in campo l’attenzione che aveva un anno fa, torna a posto".

Milan trionfatore nel derby: fu vera gloria? Solo un caso che Leao e Theo siano stati i meno brillanti? 

"Mi ha disturbato parecchio vedere Fonseca prima del derby accusato di tutto, mancava che gli addebitassero gli allagamenti in Romagna… Il derby è stato vinto perché il Milan è sceso in campo come vittima sacrificale e la disperazione, nel calcio, vince sulla tranquillità. Ora i giocatori devono dare continuità a quella disperazione".

Dubbi dei cosiddetti osservatori anche alla Continassa. Dicono: il calcio di Motta si è impantanato su tre 0-0 consecutivi. 

"Lo scorso anno Thiago ha fatto un miracolo con il Bologna, ha trasformato un gruppo di giocatori in una squadra di cemento armato. Lo sta facendo anche alla Juve ma se non si capisce di calcio si riesumano battutine sull’allegrismo. Una conferma che nel nostro calcio vige la legge dell’homo homini lupus".

C’è però il problema Vlahovic, no? 

"No. Se Dusan aumenta la condizione psicofisica torna a segnare 15-20 gol".

Taluni hanno il dubbio che Motta non sia l’allenatore giusto.

Stupidità mista a ignoranza. Al Bologna fece il miracolo perché difendeva con i centrocampisti e con gli attaccanti. Anche un cieco noterebbe
che sta ripetendo la stessa cosa. Sta nascendo una grande Juve, può vincere lo scudetto".

E il Napoli di Conte? 

"Gioca un calcio virile e al contempo allegro. Un giocatore simbolo? Facile dire Kvara o Lukaku. Dico Anguissa perché nel mezzo è tornato il perno di una volta".

Per Conte Lukaku è indietro ma utile sempre. Se lo aspettava? 

"È un generoso. Fa reparto da solo, segnerà fra i 10 e i 12 gol perché gioca con la squadra e non per sé".

L’Atalanta vive giornate piena di punti interrogativi: un campanello d’allarme? 

"Ne riparliamo ad aprile e vedrete che la risposta la darà la Dea. Ha mai tradito una stagione?".

In Italia si gioca un calcio nel quale i Nico Williams non trovano posto. Perché non ci sono? 

Qui sfonda una porta aperta. Nella Liga o in Premier un ragazzo con quel talento è sempre in campo. Da noi mai, anche se soltanto bravo".

Colpa degli allenatori che non li lanciano titolari anche se se sono dei potenziali campioncini?

"Colpa del sistema italiano: c’è il terrore della sconfitta e non si riesce mai a gestire la sconfitta. Per ignoranza. Stesso discorso di coloro che accusano l’Inter per il ko nel derby senza analizzare i motivi o a quelli che sollevano dubbi su Motta per tre 0-0".

Colpa anche di noi giornalisti, dica la verità.

"Boniperti diceva che voi siete un male necessario ma sono sincero: la colpa è dei dirigenti. Mi ci metto di mezzo anch’io che ho girato mezza serie A".

Un giocatore sorpresa del campionato?

"Il polacco Urbanski del Bologna. E non perché lo pescai io quando ero sotto le Due Torri".

La Champions ha aumentato squadre e partite ma tutto lo sport sta lievitando in modo ossessivo: la Formula 1 ha portato i gran premi da 16 a 24, il motomondiale ha raddoppiato le gare con le Sprint del sabato, nel tennis si gioca sempre e ovunque. Dove porterà questa bulimia?

"Tutti seduti davanti alla tv, ci allontaneremo dallo sport in generale. È un modo furibondo di vivere lo sport, questo. E occhio, questa bulimia
è pericolosissima".