Esclusiva

Paolillo: "Scudetto? Inter, troppe distrazioni. Con la Juve hanno fatto i ganassa"

Paolillo: "Scudetto? Inter, troppe distrazioni. Con la Juve hanno fatto i ganassa"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano
Oggi alle 15:30News
di Daniele Najjar

L'Inter torna a vincere, scacciando i cattivi pensieri lasciati dal finale del derby d'Italia contro la Juventus: doppio Frattesi e gol di Lautaro nel 3 a 0 rifilato all'Empoli, sfida rilanciata al Napoli (ed agli stessi bianconeri) per la corsa allo Scudetto. 

L'ex amministratore delegato nerazzurro - rimasto legato a doppio filo al club milanese -, Ernesto Paolillo, ha detto la sua in merito ad alcuni temi caldi riguardanti la squadra di Inzaghi in esclusiva per la redazione de L'Interista.

In ottica ventunesimo scudetto: la preoccupa di più il Napoli di Conte o la stessa Inter?

"Bella domanda. Per quanto visto fino ad ora, direi la stessa Inter".

Come mai?

"Ho visto molte distrazioni, poco impegno in alcune partite e questo mi preoccupa. Non mi sono piaciute le partite di Monza, di Genova, la partita con Milan e la partita con la Juve. Sono ben quattro match dove non dobbiamo dare la colpa ad altri, ma solo a noi stessi".

Cosa non le è piaciuto, contro la Juventus?

"Non mi è piaciuto niente. Non solo rispetto a quanto fatto dalla squadra in campo, ma anche dalla tattica. Insisto: sul 4 a 2 in casa contro la Juventus mi aspetto che non si faccia, come si dice a Milano, i ganassa (termine che significa "sbruffoni", n.d.r.), ma che si pensi a difendere anche il risultato. Perché non è un 1-0 che si difende, ma un 4-2, dove mi aspettavo quindi un altro approccio da parte di tutti, anche dalla panchina".

Le sembra che ad Empoli l'Inter l'abbia capito questo concetto?

"Assolutamente sì. Ho visto una maggiore determinazione anche perché si saranno resi conto tutti di aver buttato via un'occasione incredibile contro la Juventus. Che ripeto: è stata la quarta occasione buttata via quest'anno".

Per rivincere lo Scudetto l'Inter deve dunque avere questa determinazione, mancata a tratti in questo inizio?

"E' così. Nessuno deve avere quell'atteggiamento di sufficienza. Serve attenzione e soprattutto bisogna vincere i due scontri diretti contro il Napoli".

Lautaro segna e spiega di essere rimasto deluso dalla settima posizione al Pallone d'Oro. Quale meritava?

"Secondo me meritava di stare nei primi quattro. Questa è la mia convinzione personale, anche perché ha fatto tanto, ma probabilmente quello che viene fatto nella Copa America non viene seguito allo stesso modo da chi fa le classifiche del Pallone d'Oro. E comunque non sono neanche d'accordo sul giocatore cui è stato dato il Pallone d'Oro...".

A chi lo avrebbe dato?

"Ha ragione il Real Madrid: lo meritava Vinicius".

Il Real Madrid ha ragione anche nel come ha preso posizione disertando la premiazione?

"Io non sono mai per i gesti eclatanti, ma le dichiarazioni si possono fare tranquillamente. Bisogna comunque essere sempre sportivi e andare ad applaudire chi vince e si prende premio. Per cui il Real Madrid doveva comunque andare ad applaudire il Pallone d'Oro scelto".

Che ne pensa del fatto che Inter e Milan costruiranno il nuovo stadio vicino a quello vecchio, che verrà rifunzionalizzato?

"Uno stadio nuovo è indispensabile: per la squadra, per il bilancio della società soprattutto ed è indispensabile anche per la città di Milano. Per cui questa soluzione mi auguro venga veramente portata avanti".

Sembra che all'Inter ci siano cambi dirigenziali: da Antonello ad altre figure non strettamente collegate con la parte sportiva. Che ne pensa? 

"Fin quando c'è Marotta non mi preoccupo assolutamente. Non solo è uomo di sport, ma è anche uomo di società ed in grado di valutare e di valutare tutto. Poi quando c'è un cambio di proprietà è abbastanza naturale e normale che ci siano dei cambi, l'importante è che non muti la parte sportiva".

Le piace il nuovo format della Champions League?

"Non mi piace, no. Si vuole far giocare tutti e giocare di più, si vogliono portare a casa più soldi, ma è solo un interesse becero. Fa male ai giocatori che rischiano di più gli infortuni, poi si rischia di ricevere disaffezione dai tifosi, perché quando il calcio è troppo, è troppo".

Lei è stato fra i promotori del Fair Play Finanziario. Il calcio sta andando in una direzione pericolosa da questo punto di vista, se non mette un limite alle spese?

"Per preservare il patrimonio della società bisogna preservare i giocatori, che sono il patrimonio primario. Mi rendo conto che il Fair Play Finanziario sta funzionando, ma non ancora appieno. Le sentenze come quelle che sono andate a favore del Manchester City non fanno bene al calcio".