Taremi e quel feeling con la Champions League: l'iraniano è l'uomo in più di Inzaghi

Taremi e quel feeling con la Champions League: l'iraniano è l'uomo in più di InzaghiTUTTOmercatoWEB.com
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di Bruno Cadelli

Se c'è un giocatore che si trasforma quando sente la musica della Champions League, quello è Mehdi Taremi. Il solo nome e cognome dell'attaccante iraniano strappa un sorriso ad ogni tifoso nerazzurro. La partita contro la Stella Rossa ha mostrato al massimo il valore dell'ex Porto: gol, due assist e una prestazione totale da regista offensivo. Il numero 99 nerazzurro ha cullato gli spettatori di San Siro e ha lanciato un messaggio chiarissimo a tutti: "In Coppa e non solo ci sono anche io"

I numeri non mentono - Ci sono giocatori che non hanno paura di brillare sotto i riflettori. Taremi nel corso della sua carriera ha sempre messo la firma quando contava, soprattutto nelle notti di Champions League. Lo sa bene la Juventus che nella stagione 2020-2021 subì la rete dell'iraniano nel match di andata degli ottavi di finale. Non ha bei ricordi nemmeno il Chelsea, rimasto impietrito dall'acrobazia del centravanti nella gara di ritorno dei quarti della stessa stagione. I numeri, poi, dicono molto. Per Taremi sono 28 le presenze in Champions League con 11 gol e 8 assist. Sono solo 23 poi le gare in cui è sceso in campo da titolare.

La scuola Dragao e la lucidità quando conta - La Champions League è la prova del nove per ogni giocatore. Chi galleggia nuota mentre chi annaspa va a fondo. Taremi porta l'esperienza europea in nerazzurro dopo il ruolo da attore protagonista con la maglia del Porto. Se pensi ai bianco blu non può passare sotto traccia il fattore Dragao che, al di là di ogni considerazione, rimane uno degli stadi più bollenti d'Europa. Taremi è stato forgiato in quelle notti, con il pubblico dei Dragoes pronto a ruggire su ogni pallone. Per giocare in Champions League poi servono calma e lucidità. Serve giocare bene tecnicamente e l'assist ad Aranutovic nella rotonda vittoria contro la Stella Rossa è esattamente quello che si richeide ad un grande attaccante: non pensare al proprio nome sulla maglia ma servire chi è piazzato meglio per chiudere la partita. Un dettaglio non da poco.