ESCLUSIVA - Mazzantini: "Inter, campionato riaperto. Handanovic fortunato: era una 'cappella'..."
Per gli interisti con una certa "esperienza", il nome di Andrea Mazzantini non lascia indifferenti. Questo nonostante abbia vestito il nerazzurro solo per una breve parentesi fra il 1996 ed il 1999 trovando poco spazio, visto che di fronte aveva un certo Pagliuca: "Il numero 1 al mondo" - afferma Mazzantini ai nostri microfoni - ". Ma disse di essere tornato in Nazionale perché io lo stimolavo molto in allenamento. Detto da uno come lui...".
Parliamo di uno di quei giocatori che, pur non giocando, a detta di tutti risultano comunque fondamentali per raggiungere le vittorie. Di uno che, una volta, giocò un'intera partita con uno sterno rotto, per dire. Un vero interista, oltretutto, che ha fatto perdere lo scudetto alla Juventus all'ultima giornata, in quel famoso Perugia-Juve del 2000, sotto il diluvio, per poi affermare (in un'intervista a Il Posticipo): "Da tifoso ho goduto a farle perdere il titolo". Oggi Mazzantini è allenatore dei portieri alla Triestina, in Serie C. Con lui parliamo dell'attualità in casa Inter, per poi aprire l'album dei ricordi e ricordare alcuni episodi particolari.
Andrea, quanto è importante questa vittoria dell'Inter con il Napoli?
"Importantissima. Il campionato sembrava quasi concluso per i nerazzurri, perché le due in vetta lasciavano indietro pochi punti. Questa vittoria invece rimette in discussione un po' tutto".
L'Inter è sulla strada giusta?
"A parer mio l'Inter è una grande squadra, con un grande allenatore, che sta improntando la squadra nel segno del gioco. Le defezioni estive sono state importanti, Hakimi soprattutto che per me era mezza squadra. Gli altri bene o male li hai rimpiazzati, Dzeko è un grande giocatore. Darmian sta facendo un ottimo campionato, ma Hakimi ovviamente era determinante, con gol ed assist. Il gioco di Inzaghi si vede, ha una manovra molto bella a differenza dei tempi di Conte, dove la forza principale erano le ripartenze, la potenza dei singoli".
Un altro elemento importante è il gruppo. Ogni giocatore sembra tenerci molto, poi si vedono gesti come quello di Lautaro, che chiede scusa dopo il gol...
"Credo che questi gesti lascino il tempo che trovano, oggi. Le bandiere che c'erano una volta oggi non esistono più. E per quanto riguarda la dedizione, credo che oggi si sentano tutti coinvolti a causa della miriade di partite, della frenesia di queste stagioni. Una volta in alcune parti del campo si correva meno. Oggi corrono tutti, corrono i difensori centrali, fra poco corre anche il portiere. Con 5 cambi a disposizione siamo un po' tutti titolari".
Ora l'Inter ha un'altra partita fondamentale per indirizzare la stagione, con lo Shakhtar.
"Con la vittoria di ieri ha livello mentale il gruppo ha avuto una carica fondamentale. Inutile preparare bene le partite, giocare bene e non raccogliere vittorie. Invece se giochi bene e poi vinci anche, a stai bene moralmente. La partita con lo Shakhtar, Inzaghi può prepararla nel modo migliore da tutti i punti di vista".
Handanovic ieri ha fatto quella parata su Mario Rui, sul 3-2. Qualcuno la definisce miracolo, altri dicono: "Ma se fosse entrata...". Che ne pensi?
"Se fosse entrata sarebbe stata una cappella. Di solito quando fai quel tipo di parata la butti laterale, oppure ti rimane lì. Facendo un gesto del genere, è stato fortunato. Diciamo che nella sfortuna di colpirla così è stato fortunato che la palla sia finita dove non c'erano avversari. Se fosse rimasta lì magari qualcuno avrebbe fatto tap-in. Invece ha fatto questa traiettoria, per me non voluta. Diamo però il merito a Samir di averla fatta e di essere stato nella giusta posizione".
E' in arrivo Onana. Che ne pensi di lui?
"Handanovic è ancora uno dei migliori in Italia, logicamente l'età si fa sentire. Penso che all'estero i portieri non abbiano la tecnica che hanno gli italiani. Samir non lo è, ma è da tanti anni qui ed ha acquisito questa tecnica, che oggi serve. Ha frequentato, ad Udine e da altre parti, scuole di portieri molto valide. Penso ad Alisson: quando arrivò a Roma partiva dietro. Ha fatto degli allenamenti con Savorani ed è diventato uno dei più bravi. Oggi il portiere lavora molto nel situazionale, la tecnica non si cura molto. Io non sono molto d'accordo su questo, perché per lavorare meglio sulle situazioni devi avere una buona base. Dunque preferisco l'arrivo di portieri che abbiano un passato in Italia".
Ci racconti di quando sei sceso in campo infortunato, con Mazzone?
"Era contro la Fiorentina, avrei affrontato Batistuta, difatti Mazzone mi disse di non farlo sapere in giro, di non dirlo a nessuno. Il secondo portiere era squalificato: Carlo mi chiese di stringere i denti per una partita, visto che poi sarebbe arrivata la sosta di campionato invernale. Allora strinsi i denti e giocai infortunato, con il dolore: avevo lo sterno rotto".
Forse anche per questo tuo spirito di sacrificio l'Inter ti volle al fianco di Pagliuca. Facchetti disse: "L'Inter non deve avere troppa differenza fra primo e secondo, con Andrea non e' difficile, sia per una questione di fisico che di carattere".
"Mi sono sempre allenato fortissimo all'Inter. Venivo alla Serie B, dovevo dimostrare a tutti di poter stare lì. Non mi sentivo inferiore a nessuno e ce la mettevo tutta per far vedere che potevo giocarmi il posto. Giocarsi il posto con Gianluca, beh... ho sempre detto che per me era il più forte al mondo. Era il portiere della Nazionale. Per me è stato un onore vestire i colori nerazzurri e fare da secondo ad uno come lui".
Con lui poi si creò un grande rapporto, una cosa non scontata fra primo e secondo portiere, non trovi?
"Lo è tutt'ora, ci sentiamo spesso. Mi raccontò delle difficoltà avute l'anno prima del mio arrivo, con Hodgson. E dopo il mio addio, quando andai a giocare titolare al Perugia, disse che lui è tornato in Nazionale perché io lo stimolavo molto in allenamento. Detto da uno come lui che è stato uno dei pilastri di quella Inter che vinse la Coppa Uefa, con Ronaldo il Fenomeno. è per me un grande piacere".
Una competizione sana.
"C'era un rapporto di lealtà. Una sana competizione ci deve essere fra il primo ed il secondo, sì. Eravamo leali. Anche se poi Gianluca poi era uno dei top in circolazione".
Ronaldo era possibile da fermare, magari in allenamento ogni tanto?
"Considera che in allenamento dava il meglio. Gente come Costacurta e Maldini disse che era il più forte di tutti. Ancora oggi è ricordato come uno dei più forti di sempre. Nei primi metri aveva una velocità di esecuzione che è difficile da riscontrare oggi. Era un Fenomeno, davvero. Se vuoi ti racconto un episodio che rende l'idea...".
Prego.
"Una volta feci una parata al contrario a causa sua, letteralmente. Con tutte le finte che mi fece prima di tirare, mi trovai girato al contrario, guardando la porta, senza capire come, ed alla fine parai il suo tiro con la nuca. Non mi era mai capitata una cosa del genere".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati