L’Inter si è chiesta troppo. Può vincere ma deve scegliere cosa?

L’Inter si è chiesta troppo. Può vincere ma deve scegliere cosa?TUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 20:43Editoriale
di Lapo De Carlo

Non sono giorni facili all’Inter, dopo la seconda sconfitta in tre partite e, per l’ennesima volta a Torino contro la Juventus.
Conosco la tendenza umana di esasperare al ribasso o minimizzare i fatti rilanciando le conquiste fatte da inizio stagione. In genere se si sposa una tesi si privilegia un orientamento, una lettura parziale dei risultati e non si riesce ad arrivare a capo di un problema perché ci si innamora di quella spiegazione.
La stagione che stiamo vivendo non ha precedenti. Continuiamo ad assistere a risultati sorprendenti nei vari campionati ma anche in Champions.
Oltre all’eliminazione del Milan da parte del Feyenoord, dell’Atalanta dal Bruges e della Juventus da parte del PSV, ha fatto effetto vedere il Bayern in enorme difficoltà col Celtic, riuscendo a salvarsi solo ad un minuto dal termine, coi supplementari in arrivo.
In Spagna il Real e il Barcellona non stano facendo una cavalcata trionfale e perdono punti contro squadre non trascendentali.
Abbiamo già detto del caso Manchester City e di come il caso Liverpool sia un fenomeno unico per il rendimento

Il cammino dell’Inter ad oggi è stato più che soddisfacente ma è emerso un sorprendente caso di sopravvalutazione auto indotta. Ne hanno parlato Mkhitaryan: “ll problema è che sapendo che siamo troppo forti, a volte ci rilassiamo troppo, entrando nelle partite non focalizzati, pensando che vinceremo questa partita. E stiamo pagando”
e Inzaghi: “Non dobbiamo fare proclami ma lavorare di più, perché quello che stiamo facendo non basta”.
Sono dichiarazione che hanno candidamente riconosciuto una sovrastima delle proprie attitudini. C’è da credergli e l’onestà con la quale l’armeno ha analizzato la situazione è stata probabilmente fraintesa.
Per una volta che un atleta analizza in modo lucido, da dentro e dunque con molta più credibilità le ragioni di una sconfitta, questo viene colpevolizzato.
Sarebbe più opportuno sfruttare la sua analisi, insieme a quella del tecnico, invece di restarci male per l’eccesso di onestà.



E altrettanto vero che questa lettura ha spiazzato un po' tutti perché da fuori si vede un Inter che sembra avere problemi quasi opposti nel momento in cui va in svantaggio.
Ma partendo dal presupposto di un eccesso di autostima ci si chiede come la squadra spesso abbia abbandonato la partita in momenti capitali, in particolare in Inter-Juve dell’andata e nel secondo tempo del ritorno, nel derby di ottobre e nella mezz’ora finale di quello di supercoppa.
Sconcerta e fa rabbia ai tifosi come questa squadra abbia così male interpretato le partite più importanti contro gli avversari storici.
Con il Milan Inzaghi ha adottato una tattica che ha sempre favorito le caratteristiche dei rossoneri e questo è il più grave peccato di superbia che gli si possa imputare, il resto dipende dalle scelte fatte in origine, a partire dal non avere in rosa giocatori che si alzino dalla panchina e possano cambiare match complicati. Ogni squadra di livello ha un attaccante di talento o un centrocampista che può esibire un repertorio tale da scombinare partite difficili. L’Inter ha scelto di avere giocatori organici, capaci di integrarsi senza sporcare, senza disturbare il piano partita, precedentemente messo in atto.
Lo dimostra il fatto che quando l’Inter va in svantaggio non reagisce, non costruisce occasioni e non aumenta la pressione. Mantiene lo stesso ritmo e cerca sempre triangolazioni, e le consuete sovrapposizioni.
Se c’è un problema è quindi la passività con la quale viene subito il risultato, una disconnessione dalle esigenze e dai cambi di rotta che hanno i 90 minuti.

E’ accaduto troppo spesso questa stagione per non pensare che si tratti effetti di un aspetto mentale.
E’ infine vero che l’anomalia di questo primo anno nel quale si gioca ogni giorno, sta portando a una gestione delle energie nervose e, di riflesso, fisiche, inedita e frastornante.
Troppe partite portano ad un annacquamento dell’approccio.
C’è da chiedersi infine se l’Inter non pretenda troppo da sé stessa, chiedendosi di vincere tutto. Ormai l’impostazione è quella di provare ad afferrare il maggior numero di trofei, non è più possibile scegliere quale sia più alla portata.
Alla fine capiremo se questo azzardo sia stato superbo o realista.