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L'Inter ha un problema di approccio e un inspiegabile complesso di superiorità

L'Inter ha un problema di approccio e un inspiegabile complesso di superioritàTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 17 febbraio 2025, 16:50Podcast L'Interista
di Redazione L'Interista
fonte Lapo De Carlo

Insomma, non è un bel lunedì questo. Non è proprio un bel lunedì: ci siamo svegliati tutti con un po’ di malumore, anzi, parecchio malumore, molto malumore, per una sconfitta che non era stata preannunciata da nessun tipo di avvisaglia, da negatività, da segnali preoccupanti. Semplicemente, l’Inter a Torino, da più di mezzo secolo, gioca sempre brutte partite, anonime. O sbaglia, o commette errori capitali, o succedono altre cose. Io ho cercato in ogni modo di esorcizzare questa tradizione incredibilmente negativa, dicendolo anche nei podcast, nelle interviste, negli editoriali, ovunque mi sia trovato in televisione. Eppure, purtroppo, il problema è che, oltre a essere tacciato di “maniavantismo”, non si è voluto guardare alla tradizione recente e anche meno recente. L’Inter non vince mai con la Juventus, fa sempre la stessa partita: un tempo discreto, con qualche fiammata. Anche ieri l'Inter, oggettivamente superiore alla media, ha avuto le solite grandi occasioni che ha spesso avuto quest’anno con altre squadre. Le ha avute anche a casa della Juventus, ma le ha sbagliate tutte. Non solo: nel primo tempo, che non dico abbia dominato, ma che quasi ha dominato, ha commesso degli errori tali da consentire alla Juventus di rendersi pericolosa. In un caso, è bastata una rimessa laterale, con Kolo Muani che ha sfruttato una spizzata di McKennie, il quale si è trovato solo davanti a Sommer e l’ha beffato, ma è andata bene. In un altro episodio, Barella ha praticamente regalato un pallone in area, che per fortuna è finito tra i piedi di Conceicao, il quale ha tirato e Sommer, con un colpo di reni, ha parato. Quindi, l’Inter ha commesso non solo errori sotto porta con Lautaro Martinez, Dumfries e altri, ma ha anche prodotto il massimo sforzo inutilmente nel primo tempo.

Perché l'Inter, che pensavo avesse preparato la partita saggiamente, cercando di far correre gli avversari per poi stancarli e affondarli nella ripresa, ha fatto esattamente l’opposto. Questo è un errore concettuale: nel momento in cui affronti l’avversario a viso aperto, a casa sua, e le cose ti vanno male, se nel secondo tempo non hai le forze mentali, come dice Mkhitaryan, che specifica che non è un problema fisico ma mentale, allora la situazione è grave. È interessante quello che dice, va evidentemente valutato. Ne ha parlato anche Inzaghi, il quale ha aggiunto che non possiamo fare proclami. Se crediamo di essere più forti, beh, questo è un problema mentale, ma non solo mentale. Posso anche giustificare l’ingiustificabile, ma la partita di ieri, nel secondo tempo, non è giustificabile in alcun modo. Quando una squadra ha dei complessi di superiorità, è abbastanza singolare che perda partite come questa, che sono già state perse più di una volta quest’anno: tre sconfitte in campionato, e tutte pesanti, con Milan, Fiorentina e Juventus. Ne ha persa una malissimo, concettualmente, con il Bayer Leverkusen, una partita di puro contenimento che è stata pagata a caro prezzo, al di là del fatto che il calcio d'angolo che ha portato al gol non fosse effettivamente tale. Ma l’interista non si attacca a questo, come invece è successo con la partita Inter-Fiorentina. Inoltre, l’Inter ha perso anche la Supercoppa con il Milan in modo doloroso, una partita che è finita 2-0, con modalità da 2-3. Le sconfitte subite dall'Inter non sono mai normali.

C’è anche un altro tema: l'Inter, quando va in svantaggio, non sa come reagire. Non ha un piano B, non ha la capacità di recuperare, non ha la resilienza per trovare soluzioni che possano rimettere in piedi la situazione. Quando l’Inter va sotto, specialmente contro squadre forti, dice: "E adesso cosa facciamo?" E la risposta è nulla, si subisce. L'Inter non reagisce mai. Questo aspetto si è verificato in più di un’occasione, quest’anno e anche negli anni passati. È un tema difficile da collocare, perché, al di là della mancanza di panchina e di giocatori pronti a subentrare per raddrizzare la situazione, c’è anche il fatto che l’Inter, strutturalmente, non è stata pensata per competere su tutti i fronti. Non ha dato tutti gli strumenti che ci si aspettava da Inzaghi all'inizio della stagione. Taremi si è rivelato un flop. Inzaghi è un buon allenatore, ma non è così forte come si pensava. Zalewski è un buon giocatore, ma resta pur sempre Zalewski. La panchina, poi, è carente, con giocatori che si vedono solo quando segnano, ma non è certo un contributo costante.

Insomma, è un problema strutturale. Inzaghi fa quel che può, ma credo che si possa fare di più. Probabilmente anche lui deve motivare meglio la squadra. Ma anche loro, santo cielo, gli errori sotto porta sono davvero capitali. Alla fine, se la colpa finisce sulla testa dell'allenatore, dobbiamo comunque fare una prima analisi, e ne riparleremo nel corso di questa settimana, perché le cose da dire sono davvero tante. Quindi torneremo su questo stesso argomento proprio in questi giorni su L’Interista.it.