Derby, capitani all'opposto. Garlando: "Lautaro eccezione, al Milan fascia rotante"
Alle 18 il derby, Milan-Inter vale più dei tre punti. Una partita che vedrà anche situazioni differenti fra i leader delle squadre di Inzaghi e Fonseca, dato che da un lato è ben riconoscibile in Lautaro Martinez, dall'altro invece il proprietario della fascia di capitano è appena cambiato dopo l'addio di Calabria.
Questo il pensiero di Luigi Garlando espresso fra le colonne de La Gazzetta dello Sport: "Dovendo scegliere un’immagine iconica dei derby milanesi, sceglieremmo Gianni Rivera e Sandro Mazzola che si stringono la mano a centrocampo, sotto lo sguardo di Concetto Lo Bello o Paolo Casarin. Totem, numi, idoli popolari, più che semplici capitani. Non portavano la fascia al braccio, ce l’avevano tatuata sulla pelle, consacrata dalla fedeltà ai colori, dai meriti di campo e dall’affetto della gente. Oggi, salvo rari casi, non è più così. La fascia ha perso gran parte della sua sacralità e della sua legittimità insindacabile. Lautaro, premiato con i gradi in nome di antichi valori (orgoglio d’appartenenza, leadership in campo, passione popolare), può essere considerato un’eccezione. Quando il centravanti dell’Inter era Mauro Icardi, gli offrirono la fascia per convincerlo a rinnovare: da simbolo ieratico a bonus contrattuale. E quando poi i rapporti tra l’argentino e i club si sfilacciarono, complice l’invadente Wanda Nara, i gradi gli furono strappati dalla maglia e passarono al portiere, con tanto di annuncio social del club: «Comunichiamo che il nuovo capitano dell’Inter è Samir Handanovic»".
Dallla parte opposta, situazione differente: "Anche oggi quella striscia di stoffa continua ad essere strumento di potere e tazebao per spedire messaggi alla squadra. Sergio Conceiçao, come prima mossa per far capire che l’aria a Milanello era cambiata, si è scelto un suo capitano: Mike Maignan, non più Calabria che avrebbe rincorso, non più Theo che avrebbe stivato in panchina, insieme a Leao, colpevoli di omissione di furore agonistico. A un vero capitano il furore trascinante non manca mai. Il predecessore silurato, Paulo Fonseca, si era inventato la fascia rotante, una sorta di tavola rotonda per i cavalieri del Diavolo, un privilegio tagliato a fette, come una pizza, e distribuito in spogliatoio nel tentativo di responsabilizzare il gruppo. Cinque i capitani stagionali rossoneri: Theo, Calabria, Maignan, Leao e Tomori. Thiago Motta, alla Juve, ha tagliato la pizza in fette ancora più piccole, sette capitani: Bremer, Locatelli, Danilo, Gatti, Cambiaso, Koopmeiners, McKennie. Dodici capitani per due squadre, a metà stagione, sono troppi. Fasce elastiche. Se un allenatore deve chiedersi: «A chi do la fascia?», è già messo male".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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