ESCLUSIVA - L'agronomo di San Siro: "Rizollatura evitata: pronti per le sfide di Champions"
Dalle polemiche di qualche settimana fa, al campo in condizioni ottimali visto prima della sosta, in Inter-Juventus: le lamentele sulle condizioni del prato di San Siro si sono esaurite, tanto che non si è più dovuti procedere alla rizollatura che era stata prospettata per questa pausa delle nazionali.
Cosa è successo nel frattempo? Ed ora, con gli impegni che si intensificano, anche in ottica europea, per le due milanesi, si riproporrà il problema?
In esclusiva per la redazione de L'Interista ne ha parlato Giovanni Castelli, agronomo del "Meazza".
Le polemiche sul prato di San Siro si sono spente in poche settimane.
"Il lavoro è stato tanto ed è stato difficile. Ma è stato agevolato da una cosa che prima non avevamo e che davvero non ha prezzo per noi: la settimana libera. Ricorderete che a gennaio avevamo sempre le partite di Champions, la Coppa Italia o i turni infrasettimanali. Di fatto la qualità del campo ne ha molto risentito. E non era effettuabile ogni qualsivoglia pratica di miglioramento. Faccio sempre un esempio".
Prego.
"La donna, la mucca ed il grano ci mettono 9 mesi... noi siamo bravi. Con le nostre 'diavolerie' tecnologiche per mettere a posto il prato non in 9 mesi, ma in 9 giorni. Quando questi giorni non li abbiamo, beh diventa difficile. Se i 9 giorni diventano 7, possiamo fare un lavoro non al 100%, ma all'80. In 2-3 giorni però è impossibile".
Come riuscite a farlo?
"Luce, led, semi particolarissimi che germogliano in poche ore: tutto quello che abbiamo potuto mettere in campo per evitare la rizollatura prima della sosta per la nazionale, lo abbiamo messo. Purtroppo abbiamo dovuto aspettare, laddove non ci fossimo riusciti, saremmo dovuti procedere in questa sosta con la rizollatura".
Come mai non è stato necessario?
"In Inter-Juventus, prima della pausa, il campo era perfetto: abbiamo vinto la sfida. Ringrazio i club per averci permesso di agire in questo modo. Le famose diavolerie tecniche le abbiamo usate prima. Siamo riusciti a gestirle durante la settimana libera. 8-10 giorni di solito sono il minimo sindacale per ottenere i risultati. Ringrazio i club perché hanno condiviso con noi questo percorso di crescita. Nelle prime partite il campo non era a posto, ma hanno tollerato la situazione, con la consapevolezza che via via le cose sarebbero state migliori".
Il clima ora aiuterà ad evitare il riproporsi del problema con gli impegni europei?
"Aiuta, ma con la tecnologia diventa anche indifferente. Noi scaldiamo, illuminiamo: fra l'estate e l'inverno la differenza c'è, ma cerchiamo di ridurla al minimo. Aprile sarà un mese sotto pressione ma solo perché ci saranno otto partite. C'è poi un'ultima variabile".
Quale?
"Sperando che le squadre ospiti non pretendano di potersi allenare sul campo il giorno prima, anche se è un loro diritto farlo. In quel caso, da otto gli impegni diventerebbero di più. Ma non penso che il Napoli voglia farlo, visto che conosce benissimo San Siro. Un mese intenso, ma partiamo da una condizione eccellente del prato. Usura ci sarà, ma non da creare criticità viste dopo l'inverno".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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