Milan, Conceicao: "Il momento non è bello, poco tempo per lavorare. Juve? Ha subito meno di tutte"
Intervistato in conferenza stampa dai giornalisti presenti, Sergio Conçeicao è pronto al suo esordio sulla panchina del Milan in semifinale di Supercoppa Italiana contro la Juventus, fissata per venerdì 3 gennaio (ore 20:00). Chi balzerà in finale ritroverà la vincente di Inter-Atalanta. Di seguito i principali spunti ripresi da TMW.
Come ha trovato la squadra? Cosa le è piaciuto e cosa no?
"Ho trovato sinceramente una squadra che è umile, che vuole imparare, che vuole capire cosa capire l'allenatore. Questo è molto importante, è la base per fare un lavoro di qualità secondo me. Abbiamo avuto poco tempo per lavorare ma siamo stati incisivi per trasmettere cosa serve".
Cosa vuol dire partire soprattutto con una partita come quella con la Juventus?
"Sono tutte partite diverse, anche pensando al mio passato da calciatore. Il timing è quello che è: se mi aveste chiesto se avrei voluto più tempo per lavorare e tutti i giocatori a disposizione, vi avrei risposto di sì. Ma lo sapevo da quando sono arrivato e non devono esserci scuse: dobbiamo affrontare la Juve a testa alta. Mancano ancora due allenamenti prima della partita, vogliamo essere incisivi su quello che vogliamo fare. Dobbiamo capire facilmente cosa è importante per la partita per cercare di vincere, per noi è fondamentale".
Incontra subito suo figlio. Aggiunge emozione?
"Me l'hanno già chiesto: non sono per niente emozionato, sono un professionista. Sono solo raffreddato e ho avuto la febbre in questi giorni, se vedete gli occhi un po' lucidi è per questo. A casa sono suo padre, domani mio figlio sarà un mio avversario: lui la penserà allo stesso modo, lo voglio battere come mi vuole battere lui. Spero di non farlo felice".
È più facile partire con una sfida di questo livello, vista la situazione del Milan?
"Non è più facile o più difficile, c'è da lavorare. Lavoriamo allo stesso modo a prescindere dall'avversario, vogliamo migliorare le situazioni che penso possiamo migliorare. So che il momento non è bello, ma dobbiamo cambiarlo e solo noi con loro lo possiamo fare. Le parole lasciano il tempo che trovano, in questi grandi club contano i risultati alla fine ed è quello che cercheremo di avere, a partire da domani".
Cosa pensa della Juve di Motta?
"Ha tanti giocatori di qualità, giovani e che lavorano. Che capiscono: è la squadra che ha subito meno gol in Serie A, lavora compatta e dobbiamo vedere come possiamo fare per smontare la loro organizzazione difensiva. Non voglio incastrare il talento, ma dobbiamo lavorare compatti come squadra. Solo così il calcio funziona".
Per cosa vuole essere ricordato al Milan?
"Non mi piace parlare da visionario, penso a lavorare ogni giorno. Domani giocheremo in uno stadio pieno, guadagniamo tanto: cosa si può chiedere di più? Dobbiamo essere felici e ringraziare il talento che Dio ci ha dato. Dobbiamo cambiare il momento".
Ha rivisto Milan-Juve di campionato?
"Ho visto due squadre con più paura di perdere che voglia di vincere, questa è l'idea che mi sono fatto. Però ci sono giocatori bravissimi, domani dobbiamo avere la voglia di competere e di vincere, guardando anche alla parte offensiva contro giocatori di qualità".
Come stanno i giocatori in vista di domani sera?
"Non sono un medico. Ci sono dei giocatori che non sono ancora tornati, ci sono alcuni che hanno fatto solo un allenamento. Vediamo".
È un rischio allenare il Milan?
"La vita è così, si rischia. Se non avessi voluto arrivare a questo livello sarei rimasto a casa, vicino a Coimbra. Non è un rischio, il Milan è un piacere e un orgoglio".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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